(...) anni, la società del Campidoglio si sarebbe dovuta occupare della pulizia delle strade, della raccolta dei rifiuti (413 tonnellate al giorno, un terzo della quantità da «movimentare» a Dakar) e del loro riciclaggio e trattamento. E dopo aver vinto questa gara, Ama Honduras, lungi dal cullarsi sugli allori ha conquistato anche la capitale, Tegucigalpa. Linizio di una vasta e fortunata espansione nel continente americano? Andrea Augello, vicepresidente del Consiglio regionale, non la pensa così. «Altro che successo, stanno scappando a gambe levate e stanno scappando senza neanche tentare di gestire il contratto», commenta lesponente di Alleanza nazionale, che insieme allUgl ha già sollevato nei giorni scorsi la magagna dellAma a Dakar. E che adesso punta lindice contro unaltra operazione «internazionale» della spa comunale che non sembra baciata dalla fortuna. Nel verbale del cda di Ama International dello scorso 17 novembre, spiega Augello, cè scritto «con chiarezza che gli operatori italiani soci di Ama nella bizzarra avventura honduregna se la sono già squagliata, cominciando dallAcea e dallEnia di Reggio Emilia». E pure Ama, che per il momento è restata, secondo il politico vorrebbe scapparsene rapidamente. «Quello che era stato descritto come uno straordinario successo internazionale di Ama - osserva lex assessore regionale al Bilancio - si è trasformato in un incubo da cui è necessario uscire al più presto. E così nel corso del consiglio di amministrazione, il tandem Tabacchiera-Tudini ha illustrato al cda le contromisure: due diversi contratti per cedere a compratori honduregni gli appalti che scottano».
Insomma, Ama International prima vince due gare dappalto allestero e poi decide di disfarsi del business - nel caso di Tegucigalpa senza nemmeno aver cominciato - cedendo a privati lattività dopo aver investito soldi ed energie. Il motivo di questo curioso comportamento appare oscuro. Quello che è più chiaro è che Ama ha qualche problema a sfilarsi dal suo impegno nel centroamerica. Nella capitale, spiega ancora Augello, ci sono infatti un po di complicazioni. Tanto che Ama International invece di cedere semplicemente lappalto vinto e fare le valigie, ha scelto una strada decisamente meno lineare. Lasciando direttamente in gestione per cinque anni al compratore honduregno Ama Honduras, «affittata» a un milione e mezzo di dollari lanno. In cambio di questa somma, Ama international dopo il quinto anno trasferirà il 51 per cento delle azioni di Ama Honduras allacquirente locale. «Questo meccanismo barocco - sottolinea Augello - nasce perché una clausola del contratto di Tegucigalpa impedisce qualsiasi vendita o cessione dellappalto per almeno cinque anni. E anche dal sesto anno Ama potrebbe cedere il contratto solo se autorizzata dal comune di Tegucigalpa». Inoltre lesponente di An si domanda «con quali modalità sia stato individuato il raggruppamento privato honduregno che Ama ha privilegiato come interlocutore».
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