«Dopo l’America e Milano, attenti: il killer potrebbe spuntare a Genova»

«Dopo l’America e Milano, attenti: il killer potrebbe spuntare a Genova»

(...) avvicinato all'arte contemporanea con curiosità, sentendomi sempre più coinvolto emotivamente nel momento in cui potevo dare libero sfogo alla mia creatività. Ho deciso così di regalarmi per il giorno del mio compleanno (25 novembre) la mia prima mostra pittorica a Genova».
Leggendo la tua biografia spicca la tua evidente poliedricità, cosa ti ha spinto a intraprendere tante strade diverse? «Sicuramente la mia insaziabile voglia di investigare sempre campi nuovi, di sperimentare, la curiosità profonda verso l'ignoto, il desiderio di rischiare: il bello della vita è questo. Ho sempre fatto quello che mi sentivo di fare, senza proclami, lasciando che altri giudicassero il mio operato e accettando le critiche. Il successo non l'ho mai inseguito a tutti i costi, fortunatamente a volte l'ho incrociato durante un mio percorso».
«Appunti di un venditore di donne» è il tuo ultimo libro, in cosa si differenzia dai precedenti?
«In questo libro ho dovuto piegare la storia alla realtà anziché la realtà alla storia come invece accade in un classico thriller: questa è la differenza sostanziale del libro. Inoltre, dopo quattro romanzi ambientati in America, mi è sembrato giusto ambientarne uno anche in Italia. La vicenda si colloca in un periodo storico che conosco bene, quello della Milano negli anni '70, gli anni in cui mi sono trasferito in questa città per lavoro, scoprendo poi la vita notturna milanese».
Potrebbe essere Genova un ambientazione interessante dove far nascere una tua storia?
«Il mare mi trasmette sempre sensazioni positive. Genova è una città molto affascinante anche solo per questo. Tra gente stanziale e gente che si muove attraverso la navigazione e il commercio con l'estero si può definire una città cosmopolita. Il mio amico Paolo Conte l'ha consacrata attraverso la canzone "Genova per noi", bellissimo testo. Non escludo che in un futuro possa ambientare una storia anche in questa città».
In quale luogo e in che momento della giornata scrivi i tuoi libri?
«Tra le mura di casa, con la luce del mattino che mi mette sempre di buon umore.

Mi alzo presto, una colazione veloce e mi siedo davanti al computer per diverse ore. Per otto mesi all'anno mi trasferisco all'isola D'Elba dove ho una casa. Lì mi sento in pace e riesco a scrivere molto. Vicino al mare sto sempre benissimo».

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