L’America vieta alle città di limitare la vendita d’armi

Città americane di nuovo a rischio Far West, con il probabile ritorno, nei prossimi mesi, di migliaia di persone armate a New York e a Chicago, due città che di fatto le hanno proibite.
Con 5 voti contro 4, conservatori contro progressisti, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione alla lobby delle pistole, la potente National Rifle Association (Nra) of America, istituita nel lontano 1871 «per promuovere ed incoraggiare l’uso delle armi da fuoco su una base scientifica». Secondo la Corte Suprema le leggi statali e comunali non possono limitare il diritto di possedere e portare armi, sancito dal secondo emendamento della Costituzione Usa. Il tribunale dei tribunali si è pronunciato nel caso portato alla Corte, con l’appoggio della Nra, da Otis McDonald, 76 anni, di Oak Park, alla periferia di Chicago, che chiede il diritto di possedere un’arma a casa per difendersi dai malviventi. La Corte ha dichiarato incostituzionale la messa al bando praticamente totale delle armi decisa a Chicago - una delle città più violente degli Usa - all’inizio degli anni Ottanta, riconoscendo però che alcune «ragionevoli misure di controllo» sono accettabili, come proibirle a chi è stato condannato o a chi non è mentalmente sano, come prevede d’altronde la legge federale. McDonald, ringraziando Gesù Cristo, ha lasciato il palazzo della Corte Suprema dichiarando ai giornalisti «come sono felice, come sono felice», prima di ringraziare «le persone meravigliose in tutta l’America che hanno appoggiato il secondo emendamento ed il nostro diritto all’autodifesa».
Al Chicago Tribune, una donna che ha partecipato al ricorso di McDonald ha spiegato: «È come nel selvaggio West, c’è un tribunale supremo e questo tribunale supremo è la Costituzione degli Stati Unti». Per il momento il bando alle armi rimane nella città dell’Illinois, in attesa che si pronunci il tribunale locale a cui la Corte Suprema ha rimandato il caso. Lo stesso vale a New York, dove il sindaco Michael Bloomberg è uno strenuo difensore del controllo delle armi da fuoco, responsabili della maggior parte dei delitti negli Stati Uniti. Bloomberg, come anche il suo capo della polizia Raymond Kelly, sostiene che non cambierà nulla e che la legge a New York rimarrà tale, perché le regole in vigore rispettano i diritti costituzionali, non essendo severe come quelle di Chicago.

Il parere è stato redatto dal giudice Samuel Alito, un cattolico ultraconservatore, secondo cui gli estensori della Costituzione «hanno giudicato il diritto di tenere e portare armi uno di quei diritti fondamentali necessari al nostro sistema di libertà regolata».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica