Roma

L’amore? È dove meno te lo aspetti

L’amore? È dove meno te lo aspetti

Convivere felicemente col nuovo amore e continuare a frequentare la migliore amica, quella che sa tutto di voi e vi conosce meglio di chiunque altro. Impresa impossibile? Quasi. Lo scopre sulla sua pelle il protagonista di Ti amo o qualcosa del genere, la brillante commedia di Diego Ruiz che dopo il grande successo della scorsa stagione teatrale e prima di diventare un film (le riprese inizieranno a febbraio) approda al teatro Olimpico. Una coppia di vecchi amici (Diego Ruiz e Fiona Bettanini), i loro nuovi compagni (Francesca Nunzi e Walter Nanni), una cenetta romantica che si trasforma a poco a poco in uno scoppiettante gioco della verità, equivoci e doppi sensi. Tra voglia di piacere e gelosie da complicità ecco così che i due partner «intrusi» (lei, l’irresistibile Francesca Nunzi, è una logorroica smemorata che dei nomi, compreso il suo, ricorda solo l’iniziale; lui è un macho arrogante che alla fine si strugge in gonnellino) passano per quello che non sono nel tentativo di non dispiacere all’amico/a esigente e inflessibile. Creme per sottomento e sesso al buio («non ti sei nemmeno accorto che ieri hai fatto l’amore con la piega del lenzuolo»), pantaloni stinti e regali taroccati, nomi in codice (chi sono Villoso 69 e Lola sexy 70?) e arrosti tossici («ora ho capito il perché di tutti quei laccetti»), ovaie isterizzate, scappatelle e tradimenti. Per scoprire che l’amore, quello vero, forse è nascosto dove meno te lo aspetti. Servita al meglio da una squadra di attori affiatata e complice che porta in palcoscenico una contagiosa effervescenza (tra i pezzi più riusciti dello spettacolo c’è un esilarante balletto a tre sulle note di Ghost), Ti amo o qualcosa del genere (regia di Antonio Giuliani) regala sorrisi e divertimento senza mai scadere nella volgarità. Merito di una scrittura agile e calibrata (anche se qualche taglio gioverebbe al ritmo dell’insieme) che mette in scena vizi e virtù di un rapporto uomo-donna nel quale è facile riconoscersi.

Grandi applausi alla prima e repliche fino al 25 novembre.

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