L’amore? È un magazzino di emozioni

Claudio Fontanini

Una lezione di stile, di garbo e di arte teatrale. È quella che impartiscono al teatro Vittoria Valeria Valeri e Paolo Ferrari, tornati a far coppia dopo 12 anni per la ripresa di Vuoti a rendere, la fortunata commedia scritta vent’anni fa da Maurizio Costanzo e replicata per otto stagioni consecutive. Dopo una vita passata insieme sotto lo stesso tetto, Federico e Isabella sono costretti a trasferirsi in campagna per lasciare l’abitazione al figlio alle prese con problemi economici. E se lei, sognatrice incallita e vitale sempre pronta a sorridere al mondo, è felice del «sacrificio» nel nome dell’amore materno, lui, brontolone senza fantasia, teme che la trasferta forzata sia solo l’inizio della fine. Ricatti sentimentali e complessi di colpa, rinunce e rancori, confessioni a cuore aperto, silenzi e follie immaginarie. Con l’ennesimo confronto-scontro della coppia che si trasforma a poco a poco in un malinconico bilancio esistenziale con spruzzate di humour domestico. Ecco così, tra vecchi oggetti che riemergono dal passato, viaggi mai fatti e indispettite partite a scopa, farsi largo il rimpianto di vite spese nella rinuncia e nel sacrificio. Con la bella regia di Giancarlo Zanetti che si apre al passato rievocando momenti decisivi e divertenti siparietti in riuscitissimi flashback. E se è vero che l’amore è un grande magazzino pieno di emozioni e sentimenti d’ogni genere, per ricominciare a sognare ad occhi aperti, forse, non è ancora troppo tardi.
Meravigliosi interpreti di un teatro d’altri tempi dove l’eleganza e la professionalità regnavano sovrane, la Valeri e Ferrari strappano applausi a scena aperta.

Affiatatissimi e in gran forma i due, capaci sin dalla prima battuta d’instaurare un rapporto confidenziale con la platea, danno vita ad un riuscito confronto di caratteri che regala sorrisi, tenerezze e complicità, con la classe e il talento innato di due interpreti che hanno fatto la storia del teatro leggero. Repliche al Vittoria fino al 17 dicembre.

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