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L’anatema del segretario del Papa «Fiorello e Crozza ci offendono»

Monsignor Georg, preso di mira a Vivaradio2: «Comicità inaccettabile»

Andrea Tornielli

da Roma

«Spero che smettano subito». Con questa battuta monsignor Georg Gänswein, il segretario di Benedetto XVI, ha commentato ieri le trasmissioni satiriche sul papa. A raggiungere telefonicamente don Georg chiedendogli un giudizio sulle imitazioni di Maurizio Crozza (Crozza Italia su La7) e Fiorello (Viva Radio 2) è stata l’agenzia AdnKronos.
«Non ho mai visto queste trasmissioni - ha detto Gänswein - e neanche le guarderò mai». Nei giorni scorsi era stato il quotidiano cattolico Avvenire, con due editoriali, a criticare la satira contro il Pontefice e contro lo stesso don Georg, bersaglio di una delle imitazioni di Fiorello. «Ho preso atto della polemica - ha aggiunto Gänswein - e spero che trasmissioni di questo tipo smettano: d’accordo la satira, ma queste cose non hanno livello intellettuale e offendono uomini di Chiesa. Non sono accettabili. Spero davvero che smettano subito. Non le vedrò mai, sono poco costruttive, ho preso atto del fatto e voglio dimenticare». Alla giornalista, che gli chiedeva se Benedetto XVI avesse parlato dell’argomento, il segretario ha risposto: «Il Papa non ha certamente commentato. E poi un commento del Santo Padre o una sua qualunque reazione sarebbero davvero troppo onore per questa gente».
L’inedita sortita, che non era preparata e con tutta probabilità nelle intenzioni voleva essere poco più di un «no comment» (il segretario ha confermato al Tg5 che la giornalista non si era qualificata come tale ma come una fedele indignata, mentre lei afferma di essersi qualificata), è stata invece l’occasione per un profluvio di reazioni politiche. Esponenti di Forza Italia, An, Margherita, Udc, Udeur e Italia dei Valori hanno tuonato contro la satira offensiva del sentimento religioso; mentre esponenti dei Ds, Rifondazione, Radicali e Sdi hanno invitato a sdrammatizzare invitando a non imbavagliare la satira (anche se Bonelli dei Verdi invita a non «scadere nell’offesa» e Buemi, dello Sdi, «da laico» dice no ad ogni satira religiosa). A dare il «la», nei giorni scorsi, come già detto, il quotidiano della Cei, che in due commenti, pubblicati lo stesso giorno, si era scagliato contro la «satira fallimentare non priva di vigliaccheria» in onda sui teleschermi, riferendosi a Crozza ma non soltanto a lui (anche Luciana Littizzetto, su Raitre, nella trasmissione Che tempo che fa, ironizza sul Papa e sul cardinale Ruini). Più indulgente, pur criticando anche lui, Avvenire era stato con Fiorello, che non imita il Papa ma prende bonariamente di mira don Georg e la sua passione per lo sport.
Ne Crozza né Fiorello intendono rispondere o intervenire sull’argomento, anche se dall’entourage di quest’ultimo «filtra» una reazione di sorpresa perché «l’ultimo dei suoi pensieri è di offendere i personaggi che imita», lasciando pure intendere che se l’imitazione di don Georg fosse davvero sentita come offensiva, sarebbe disposto a non farla più. Sergio Valzania, direttore dei programmi di Radio Rai, ritiene invece che il commento di monsignor Gänswein sia frutto di un «misunderstending», cioè di un fraintendimento: «Lui stesso ha ammesso di non aver ascoltato né visto lo show di Fiorello. Sicuramente don Georg non ha disprezzo per nessun uomo, sentimento che invece sembra trasparire quando dice che una risposta del Papa sarebbe troppo onore per questa gente». Certo, non è la prima volta che i segretari dei Pontefici dicono la loro su certi argomenti. Era rimasta famosa, infatti, la battuta di con la quale monsignor Stanislao Dziwisz, segretario di Papa Wojtyla, aveva bollato le indiscrezioni allarmistiche sulla salute del Pontefice, il 2 marzo 2003: «Alcuni giornalisti che in questi anni hanno parlato e scritto molto sulla salute del Papa, oggi sono già in cielo...».
Commenti così diretti ed espliciti su tramissioni Tv e radio, però, non si ricordano. Fino ad oggi, infatti, richieste di moderare i toni sono state fatte pervenire discretamente ai dirigenti Rai, com’è accaduto nell’ottobre 2005 in occasione dei siparietti di Gene Gnocchi a conclusione del Tg2 che prendevano puntualmente di mira il cardinale Ruini, poi soppressi.


A fianco di don Georg sono scesi due cardinali, Paul Poupard, presidente del consiglio per la cultura e il dialogo interreligioso, che ha definito un «fenomeno di degrado» la satira sul Papa e il suo segretario; e Walter Kasper, presidente del consiglio per l’unità dei cristiani, che ha criticato la satira perché «danneggia a demolisce» l’autorità del Pontefice. Com’è noto, all’inizio dell’anno, quand’era scoppiato il caso delle vignette su Maometto, il Vaticano aveva chiesto pubblicamente che venisse rispettato il sentimento religioso degli islamici.

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