L’angelo che protegge i bambini

Luigi Cucchi

Mille mamme hanno scrutato il suo viso alla ricerca di un piccolo segnale: attraverso lo sguardo, i gesti, le parole, chiedevano speranza. Volevano la vita per il proprio figlio e per se stesse la fine di una angoscia esplosa al momento della diagnosi. Con il cuore impietrito dal dolore hanno iniziato un lungo viaggio. Un percorso che mette a dura prova ogni giorno chi ne è colpito e la sua famiglia. In Italia ogni anno si ammalano di tumori solidi 1300 bambini, i nuovi casi, inferiori ai 15 anni, sono 120-140 ogni milione di abitanti. Queste patologie costituiscono la principale causa di morte per malattia nei bambini e negli adolescenti dopo il primo anno di vita, per questo nel mondo la giornata mondiale contro il cancro che si celebra oggi è stata dedicata ai tumori dell’infanzia. A Milano l’Istituto dei tumori apre le porte a tutti i cittadini ed alle 11 vi è un “Focus sulla pediatria oncologica”.
L’oncologo medico non solo combatte la malattia, ma condivide accanto al paziente il dolore, le riflessioni, lo sconforto, le complicanze, le emozioni, che rischiano di travolgere ogni argine. È un autentico angelo protettivo e Milano ha conferito nei giorni scorsi a Franca Fossati Bellani il premio “Angelo dell’anno 2006”.
Nata a Sondrio, in Valtellina, l’11 dicembre del 1941, subito dopo la laurea è entrata all’Istituto Nazionale dei Tumori. È diventata uno dei primi oncologi medici accanto a Gianni Bonadonna, pioniere della ricerca oncologica, lo scienziato che ha messo a punto i primi trattamenti chemioterapici. Per anni, spronata da Umberto Veronesi, ha realizzato il primo (ed unico assieme a quello del Gaslini di Genova) Centro di oncologia pediatrica in Italia per la cura dei tumori solidi e dei linfomi maligni (dai tumori del sistema nervoso centrale ai sarcomi dei tessuti molli, dal neuroblastoma ai tumori germinali, a quelli epatici, al carcinoma della tiroide, a quello del rene, tipico dell’età infantile). Questo Centro di oncologia pediatrica è stato modellato sulle esperienze di Istituti esteri, quali il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. L’evoluzione delle conoscenze, i nuovi approcci chirurgici, le innovative tecniche di radioterapia, l’applicazione di nuovi protocolli, hanno portato a risultati sempre migliori: oggi la guarigione è possibile in oltre due terzi dei pazienti. Patologie un tempo a prognosi altamente sfavorevole fanno molta meno paura: negli ultimi venti anni si è passati dal 20 al 70-75% di remissione della malattia, cioè manifesta possibilità di guarigione a cinque anni. È un grande salto di qualità.
Da quando i tumori pediatrici sono oggetto di cure sistematiche si sono inoltre sviluppate le prime tecniche di intervento in campo psicologico per far fronte al disagio dei giovani pazienti che spesso manifestano disturbi di ansia, di affettività, di dissociazione, disarmonie evolutive.
«Quando nel 1967 iniziai a lavorare come borsista nel reparto di oncologia medica – ricorda Franca Fossati Bellani – erano rari i bambini che giungevano alla nostra osservazione, dove per loro era disponibile un solo letto in un box del reparto adulti. Il numero dei pazienti crebbe dopo che un soggiorno a Parigi, all’Istituto Gustave Roussy, mi convinse che il loro modello di lavoro poteva essere realizzato anche a Milano».
L’oncologia pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha una struttura di 72 persone, di cui 42 in organico (9 medici e 33 infermiere) e 30 collaboratori con borse di studio e contratti. Istituita nel 1975, con 15 letti e due medici, come area della divisione di oncologia medica, si trasforma in unità operativa di oncologia pediatrica nell’ambito del dipartimento di medicina oncologica. Da oltre dieci anni il team di chirurgia oncologica-pediatrica (oltre cento interventi l’anno) è guidato da Luigi Piva. Dal 1996 ha eseguito oltre 50 interventi di nefrectomie, tutti con ottimi risultati, presentati al congresso di Vancouver. È stata abbassata l’età media degli operati (bimbi con meno di un anno) colpiti da tumore renale. Accanto a medici e infermieri vi sono psicologi, neurologi, biologi, assistenti sociali. Nel 1984 è iniziata l’attività scolastica in reparto. Nel 1997 il Centro, situato al settimo piano del blocco 3, ha assunto l’attuale sistemazione: 14 stanze con 23 letti di degenza, di cui 4 riservati alle attività di trapianto, un day hospital con 5 letti ed un ambulatorio. Una grande stanza è destinata ai giochi ed un’aula all’attività didattica. Sono ricoverati 650 bambini all’anno, di cui 130 primi accessi e 500 rientri per terapie che necessitano di ospedalizzazione, 20 casi all’anno per complicanze. Oltre mille all’anno i ricoveri in day hospital, 4700 le viste nell’ambulatorio pediatrico e oltre 9mila le prestazioni.

Sul fronte della ricerca sono realizzate più di 300 pubblicazioni scientifiche di rilievo internazionale per la loro qualità. In pediatria oncologica si cura la malattia, ma si fa anche attenzione all’equilibrio della psiche e al bisogno di amore.

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