L’«angelo» del numero uno: «Ora è stressato ed avvilito»

Fabrizio Borra, custode dei muscoli di Alonso: «Gli servo più come psicologo»

nostro inviato

a Spa Francorchamps

Fabrizio è il suo fisioterapista. L'unica vera, grande condizione che Fernando pose quando decise di passare dalla Renault alla McLaren, fu di averlo con sé: si chiama Fabrizio Borra. Per anni anche a fianco di Marco Pantani, Fabrizio sa di campioni e sa di campioni in difficoltà. Forse è la persona più indaffarata qui nel freddo delle Ardenne: si danna l'anima per tener tranquillo lo spagnolo. È stanco della spy story, è stressato per tutti i pugnali conficcati nella schiena del suo pilota, del suo amico, quasi un figlio troppo cresciuto. Dice: «È così difficile cercare di proteggere Fernando da tutto quanto sta accadendo. Provo ad aiutarlo, a fargli pensare ad altro, ma non è semplice. Fernando è avvilito e a volte mi chiedo come faccia a resistere e a concentrarsi comunque. La cosa che mi fa più rabbia è proprio questo: la gente si dimentica, tutti qui si dimenticano che è pur sempre un ragazzo di 25 anni, un ragazzo che dopo tutte le accuse, tutte le cose che stanno accadendo, deve poi salire su una macchina e correre a 350 all'ora e per di più su una pista pericolosa come questa».
Fabrizio non si ferma un attimo. Mentre racconta nascosto dietro un motorhome con in mano un piatto di carne e contorni vari da portare - c'è da giurarci - a Fernando, mentre trattiene la sua rabbia per come lo stanno trattando. «In questo periodo, ormai, mi tocca fare più lo psicologo che il fisioterapista: cerco di fargli vedere le cose da un'altra prospettiva, da un lato migliore, ci provo, ma è difficile».
Che sia difficile lo confermano i piloti stessi, nello specifico gli ex piloti di F1. Come Gabriele Tarquini, ora commentatore per Sky, che lo dice a chiare lettere: «A torto o a ragione, per un pilota è difficile ritrovarsi una squadra che pensa di essere stata tradita. Il senso di isolamento aumenta, ma visto che poi ti devi affidare a loro, ai meccanici, a tutti per mettere la macchina in pista, allora al primo intoppo, anche minimo, pensi che sia stato provocato. Non è bello correre e lottare in quelle condizioni. A livello psicologico ti senti assolutamente in svantaggio rispetto agli avversari. Paura? Forse quella di poter perdere il mondiale per un qualche inconveniente.

Paura di farsi male perché magari, il tuo gruppo di meccanici non lavora più bene con te? Forse il pensiero ti può sfiorare per un attimo, ma poi va via. Sai che non si arriverebbe a tanto. Di certo, però, in situazioni così il malumore della tua squadra di meccanici si sente: in fondo, se sei contro il tuo capo, sei contro il loro capo».

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