Secondo giorno, è aumentata laffluenza. Qua e là si sente parlare di argomenti seri, addirittura. Una delle sale più grandi si è riempita velocemente per ospitare il dibattito intorno al libro di Romano Montroni, storico libraio di Bologna, dal titolo Vendere lanima. Il mestiere di libraio (Laterza). Lo psicofilosofo Umberto Galimberti ha sposato la tesi catastrofista: «I bestseller sono i peggiori libri in circolazione. I libri declinano perché il sapere si acquista attraverso altre fonti. La scuola va male perché lavora col libro. Lintelligenza sequenziale, connessa alla lettura, arranca, sostituita dallintelligenza simultanea, connessa allimmagine. Si impoveriscono le idee, crollano le competenze emotive». Per Gian Arturo Ferrari, direttore della divisione libri Mondadori, invece no: «Oggi è meglio di ieri e peggio di domani, e comunque i libri sono diventati libri solo da quando esiste un mercato dei libri». Del resto, spiega, al mondo ci sono sette grandi mercati del libro e lItalia è al sesto posto. Per Michele Serra, opinionista della sinistra moderata, «non si possono fare librerie senza librai, perché non avrebbero anima». E senza paura di apparire passatista aggiunge: «I megastore non sono scelte giuste per il cliente». Alessandro Laterza fa presente limportanza di cercare, nel nostro Paese, nuove utenze, soprattutto al Sud. Eppure.
STAZIONE LIBRERIA. I più recenti dati indicano che il tempo di permanenza di un volume in libreria si riduce sempre più, ed è arrivato a 40-50 giorni. Le librerie sono come stazioni che accolgono un numero sempre superiore di treni, ma li lasciano sostare per un tempo sempre più breve. I binari sui quali questi treni si muovono sono quattro. Il primo è leditoria da classifica: nel 2005 solo 11 titoli hanno superato le 100mila copie, e 171 le 20mila. Il secondo è leditoria di catalogo, per esempio la letteratura e la saggistica «alte» o sostenute da editori importanti. Il terzo è questo pulviscolo insondabile di piccola e microeditoria, che usa mezzi e formule tra i più fantasiosi per trovare spazio. La quarta è leditoria locale, molto forte per esempio in Sardegna e Umbria. Tutte queste realtà sono rappresentate in Fiera, dove oltretutto si può respirare laria e assaporare latmosfera delle librerie che ci attendono. Un po bazar, un po palcoscenico, un po set televisivo.
CANTARSELA E SUONARSELA. Gli editori a pagamento sono una malerba forse inestirpabile, poiché fanno leva sul bisogno di molti scrittori o sedicenti tali di esprimere se stessi a ogni costo in forma cartacea. Molti di questi famigerati editori rischiano di essere messi fuori gioco dal servizio «Tuttiautori» di Wuz (www.wuz.it), in collaborazione con leditore Lampi di Stampa. Chiunque, al costo medio di circa 5 euro a copia per volumi di un centinaio di pagine, o 7 euro per 160 pagine, potrà vedere la propria opera stampata in qualche centinaio di esemplari, e venduta su Internet attraverso il sito Internetbookshop.it. È in effetti un modo per cantarsela e suonarsela, ma in mancanza di alternative è molto meglio che finire nelle mani di pseudoeditori pirati e delle loro false promesse.
CHI TIENE DURO. Editoria e informazione indipendente tengono duro. Da Bologna leditore Nuovi Mondi Media presenta lottimo libro di reportage di Phil Rees, giornalista inglese specializzato nel frequentare i gruppi terroristici di tutto il mondo, riuscendo sempre a portare a casa la pelle. Tra laltro, tutto fa tranne che giustificarli. Il libro sintitola A cena con i terroristi. Marcello Baraghini, storico combattente delleditoria underground (ma di successo, anche adesso che i suoi Millelire sono diventati Uneuro) pubblica in edizione integrale Informazione e controinformazione, di Pio Baldelli, grande esperto di comunicazioni di massa, scomparso nel 2004 (Stampa Alternativa). La lezione di Balzelli sarebbe utile anche qui, in questi giorni.
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