L’anima divisa del capolavoro di Stevenson

da Milano

L’animo umano è una bestia complessa. Il bene e il male sono mescolati, confusi, indistinti. La follia è isolarli. Cacciare via il male e lasciare solo il bene. È questo il sogno di Henry Jekyll, il medico che nel corso dei suoi studi sulla psiche umana riesce, miscelando particolari droghe, a mettere a punto una pozione che può separare le due nature dell'animo umano, quella buona e quella malvagia. La sua personalità diventa così scissa in due metà speculari che, alternativamente, bevendo la pozione o l'antidoto, prendono possesso del suo corpo. Ognuna di esse ha il ricordo di avere una controparte e la disprezza, ma non può fare a meno di ritrasformarsi. La controparte malvagia di Jekyll prende il nome di Edward Hyde, un essere ripugnante, malvagio ma agile e forte fisicamente. Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde è il capolavoro di Robert Louis Stevenson e segna uno dei punti fermi della letteratura fantascientifica. È un romanzo filosofico sul fascino del bene e del male.

Jekyll odia Hyde ma in qualche modo ne sente la seduzione. È quel desiderio malsano di attraversare la parte oscura, di fare ciò che una persona perbene non dovrebbe fare. È andare oltre lo specchio dove tutti i canoni dell’educazione saltano.

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