Roma LUnità sabato scorso scrive che il premier Silvio Berlusconi (durante il discorso di chiusura della campagna elettorale in Sardegna) «scherza sui desaparecidos». Un quotidiano di Buenos Aires, il Clarin, riprende così comè il servizio del giornale di Renato Soru e titola «Berlusconi macabro con i desaparecidos». Larticolo subito riecheggia su agenzie e tv locali. Anche in Italia si fa subito sentire la sinistra con Piero Fassino in testa: «una gaffe indecente, Berlusconi chieda scusa».
E lincidente diplomatico è servito. Si levano pure le voci indignate dei familiari delle vittime di quella tragedia e lambasciatore italiano, Stefano Ronca ,viene convocato durgenza dal ministro degli Esteri argentino, che pretende un chiarimento visto che su quel dramma non cè nulla da scherzare. Ronca ovviamente non può che dirsi certo del fatto che Berlusconi non aveva «alcun intento offensivo» ma semmai quello di marcare la sua «distanza dalla dittatura argentina». Insomma, assicura il diplomatico, si tratta sicuramente di un equivoco visto che oltretutto non è chiaro il contesto nel quale sono state pronunciate le frasi del premier.
In serata una dura nota di Palazzo Chigi definisce quello nei confronti del premier «un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione» e parla di un finto «caso Argentina». Le parole del premier, è scritto nella nota del governo, sono state «stravolte e addirittura rovesciate quando era chiarissimo che egli stava sottolineando la brutalità dei voli della morte messi in opera dalla dittatura argentina di quel tempo».
Ma che cosa ha detto effettivamente Berlusconi? Basta andare su YouTube per ascoltare le parole precise pronunciate dal premier sul palco di Cagliari venerdì scorso. Al fianco del candidato Pdl, Ugo Cappellacci, il capo del governo si rammarica per gli attacchi che subisce dallopposizione. «Di me hanno detto di tutto. Che sono lorco di Arcore, che sono come Hitler e Mussolini», dice Berlusconi. Poi la frase incriminata: «dicono che sono come quel dittatore che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva è una bella giornata andate fuori a giocare». Dunque Berlusconi intendeva accusare i suoi avversari politici di paragonarlo ai peggiori dittatori: come Hitler, Mussolini o, appunto, quelli argentini. In riferimento ai cosiddetti «voli della morte» con i quali i militari si liberavano di loro oppositori gettandoli vivi e ancora addormentati nelle acque del Rio della Plata, tra il 1976 e il 1983.
Ma la frase riportata dallUnità era monca: «Erano belle giornate, li facevano scendere dallaereo», aveva scritto il cronista. E detto così in effetti suona molto male. E dato che il quotidiano argentino si è limitato a riprendere la frase da quello italiano non stupisce che a quel punto il ministro argentino abbia chiesto chiarimenti allambasciatore italiano. Stupisce semmai che non si sia prima approfondita la circostanza nella quale la frase era stata pronunciata.
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