L’articolo 18 di Formigoni spacca i sindacati

L’articolo 18 di Formigoni spacca i sindacati

«Non è affatto un intervento a gamba tesa». Il presidente Roberto Formigoni, che ieri ha approvato il nuovo pacchetto di misure sul lavoro, aggiusta il tiro sul senso dei provvedimenti per chi viene licenziato e non ci sta a passare per quello che fa lo sgambetto al governo Monti facendo di testa sua. La nuova legge lombarda «è un aiuto a quello che si sta facendo a livello nazionale: se le cose vanno bene e con un largo consenso in Lombardia, possono probabilmente andare bene anche al resto dell’Italia».
Il presidente lombardo accusa il mercato del lavoro di essere troppo rigido e sostiene a gran voce il bisogno di più flessibilità. «Altrimenti - spiega - rischiamo di fare la fine della Grecia. Dobbiamo aumentare l’attrattività delle nostre imprese, la competitività dei nostri prodotti, fare in modo che ci siano in modo che ci siano più posti di lavoro». La legge sullo Sviluppo prevede un accordo tra lavoratori e aziende: il lavoratore si impegna a non fare causa al datore di lavoro e prende accordi per una buonuscita. La Regione dal canto suo si impegna ad accompagnare chi resta a spasso in un nuovo percorso di ricollocamento, senza abbandonarlo alla mera cassa integrazione.
Ora il provvedimento dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale. Ma il polverone di polemiche si è già sollevato. Le critiche più feroci arrivano dai sindacati, che si sono spaccati in due fronti contrapposti. La posizione più dura è quella della Fiom-Cgil lombarda che giudica «incostituzionale» il progetto di legge dato che «le Regioni non hanno potere in materia». Quindi il Pirellone viene accusato di aver scavalcato il governo senza averne diritto. Per questo, spiega il segretario generale regionale Mirco Rota, «Fiom Cgil Lombardia si opporrà con tutte le sue forze ad un progetto che peggiora la condizione dei lavoratori senza creare occupazione».
Più morbida la posizione di Cisl e Uil regionali. «Finalmente - è il commento di Gigi Petteni (Cisl) - una buona notizia di prospettiva dalla Regione.
Da tempo abbiamo sostenuto con forza che bisogna uscire dalla trappola degli ammortizzatori sociali e andare sul terreno delle politiche per lo sviluppo, la crescita, l’occupazione». Secondo Walter Galbusera (Uil), «il sindacato non può più limitarsi alla semplice denuncia e alla protesta per l’aggravamento della disoccupazione e del precariato dei giovani, ma deve anche ricercare soluzioni pragmatiche possibili per tentare di attenuare una crisi che va affrontata senza indugio rilanciando la crescita produttiva».

Una parte della Cgil apprezza l’impegno: «Prendo atto con soddisfazione - ha detto il segretario generale della Cgil Nino Baseotto - che la giunta ha fatto qualche significativo passo indietro su alcuni dei punti più controversi».

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