Non è, non è soltanto, uno scontro sulletere quella che si sta combattendo in questi giorni a Genova. La dichiarazione di guerra a Raitre regionale firmata dalleditore di Primocanale Maurizio Rossi è una lotta per i diritti di tutti i liguri. Soprattutto per il diritto a un servizio pubblico regionale degno di questo nome. Servizio che, oggi, non viene fornito dalla tv di Stato, a cui noi tutti paghiamo il canone, ma dalle tivù private: Primocanale e le sue sorelle catodiche genovesi Telecittà, Telenord, Telecity e Telegenova.
Chi conosce Rossi, sa che Maurizio non ha mezze misure. Che parte in iniziative che magari a prima vista sembrano megalomani o irrealizzabili, ma che poi alla fine si sono spesso rivelate più avanti di anni rispetto a quello che proponeva il resto del mondo dellemittenza. È di una follia erasmiana, Rossi, un pazzo da slegare. Anche lultima scommessa, quella di una tivù locale che butta nel cestino le televendite e dà informazione 24 ore su 24, sembrava una follia quando ce la anticipò sulla terrazza del grattacielo di piazza Dante a Natale dello scorso anno, fra gli sguardi sbigottiti dei suoi collaboratori. Ora è realtà. Certo, con tutti i suoi limiti: le dirette dei consigli comunali e regionali non sono propriamente i programmi più eccitanti del mondo. E, a volte, gli elogi delle pentole valgono più dellintervento di certi consiglieri o assessori.
Certo, lultima idea del papà di Primocanale è un po forte e suona quasi come una provocazione: abolire i telegiornali regionali della Rai e assegnare i finanziamenti per linformazione locale alle televisioni private. Lidea è forte e le reazioni, a partire da quella del segretario dellAssociazione ligure dei giornalisti, Marcello Zinola, sono state ancor più forti. Ognuno mette in campo lartiglieria dialettica pesante e nemmeno la sottile arte della diplomazia del direttore delle news di Primocanale Mario Paternostro che ha sfoderato le battute più vellutate a sua disposizione («La nostra non è certo una battaglia contro i dipendenti e i giornalisti di Rai Liguria») è servita a distendere gli animi e a calmare i duellanti.
Comunque la si veda, la campagna pubblicitaria comparativa con i due quadranti contrapposti che fa vedere come Primocanale abbia a disposizione ventiquattrore al giorno di informazione contro i tre quarti dora della Rai, dice con uno slogan («Noi non abbiamo i minuti contati») una grossa verità: G8, caso Genoa, scoppio alla Iplom, morte di Scoglio, sport...
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