L’assessore all’aria toglie il respiro all’opposizione

L’assessore all’aria toglie il respiro all’opposizione

(...)Il centrodestra che finora ha tirato di fioretto, addirittura dando vita a qualche scaramuccia interna per chi era stato troppo tenero con la Vincenzi e chi meno, stavolta ha girato le spalle e ha lasciato l’aula. I consiglieri si sono messi un bel cerotto sulla bocca e hanno lasciato che i tre nuovi assessori se li votassero da soli, Minimarta e compagni. Minimarta ancora più mini del solito, visto che stavolta neppure tutti i compagni erano dalla sua, e persino Rifondazione comunista e i Comunisti Italiani hanno sostenuto la richiesta dell’opposizione di poter aprire un dibattito sulle nuove nomine.
Non è bastato alla sindaco assicurare che gli assessori lavoreranno gratis per il bene della città. Che in fondo si è trattato di tre deleghe concesse ad altrettanti consiglieri (Arcadio Nacini per le ville, Marylin Fusco per i trentenni, Luca Dallorto per l’aria) e che non ci saranno strutture costose alle loro spalle. Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia, ha ricordato gli sprechi invisibili: «Se anche i delegati non verranno pagati, avranno taxi, segretari e spese aggiuntive». Senza contare che «non si capisce perché ci debba essere l’assessore alle ville del ponente e non a quelle del levante o della Valbisagno». Enrico Musso, che non ha gradito affatto qualche insinuazione sulla sua coerenza con l’incarico di candidato sindaco del centrodestra, ha fugato ogni dubbio sulla sua voglia di fare opposizione: «A San Francisco c’è il sindaco più 11 assessori - ha incalzato l’avversaria alla prima occasione utile -. A Berlino c’è il sindaco più 8 assessori. Qui si era promesso che sarebbero stati al massimo 12 gli assessori, ce ne sono già 14, più 3 consulenti e 4 deleghe».
L’azzurro Alberto Gagliardi ha «aggredito» anche il bilancio 2006, facendo notare come risultino 80 milioni non ancora incassati dal Comune. «È un mistero su dove siano andati a finire - sottolinea l’ex sottosegretario -. Hanno detto che si tratta di tasse che rientreranno con il prossimo esercizio, vedremo. E poi non mi convincono gli oltre 250mila euro che il Comune non incasserà più grazie ai nuovi accordi per l’affissione dei manifesti».
Le spese della vecchia amministrazione sono finite anche nel mirino di Musso, che come presidente della Commissione Bilancio, ha subito fatto un’analisi molto critica degli sprechi. Non saranno tanti per il Comune, ma i tre milioni di euro spesi in telefonate non sono certo passati inosservati all’esame del professore di economia. Così come i 30 milioni spesi per altre utenze, e il mancato incasso di circa 300mila euro di affitti, proprio mentre il Comune spende, per affittare locali altrui, ben 4 milioni e 600mila euro l’anno. Musso punta poi l’indice sulla tassazione (la più alta tra le grandi città italiane) e sulla ripartizione degli investimenti. Anche in campagna elettorale la Vincenzi aveva detto che era sua intenzione stanziare più soldi alle periferie. Dal bilancio 2006 emerge che finora il Comune investe già 111 euro per ogni abitante del Municipio Ponente, 104 per ogni residente della Valpocevera, a fronte dei soli 24 per la Valbisagno e i 26 del Medio Levante.
Non è finita. Perché all’ordine del giorno c’è anche la «nomina» dei revisori dei conti di Asef. E Vincenzi mette la cosa in votazione. Raffaella Della Bianca salta su: «Questo significa votazione, non nomina». Panico in aula, indecisione anche del segretario.

La maggioranza insiste, Forza Italia lascia l’aula (con dentro An e biasottiani che mantengono il numero legale). Dopo un’ora il consiglio dà ragione agli azzurri che non ci sono: meglio rifare tutto, compresi i criteri per l’elezione. Una giornataccia per Minimarta.

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