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L’avventura del Conservatorio Una pièce tra storia e fiction

Culla di grandi artisti e compositori dove pentagrammi, terzine e note in scala rappresentano le fondamenta di un'eccellenza artistica senza confronti, in Italia e nel mondo, il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano compie duecento anni di intensa attività. Fu il marchese Ludovico Giuseppe di Breme ad inaugurare, il 3 settembre 1808, lo «Stabilimento del Conservatorio Musicale», trasformando l'edificio dei canonici lateranensi di Santa Maria della Passione in un'autentica istituzione che oggi, dopo un'evoluzione sui binari dei nuovi modelli e seguendo le linee di tendenza dell'alta formazione in Europa e nel mondo, è un punto di riferimento di grande prestigio artistico e culturale.
E, duecento primavere dopo, è il presidente del Conservatorio, Saverio Borrelli, a presentare con orgoglio lo spettacolo «Ludovico di Breme o l'inutile stratagemma», in scena domani (ore 20.30, ingresso 30 euro) nel chiostro interno del tempio della musica che eccezionalmente, per la seconda volta nella storia, si trasforma in palcoscenico teatrale. Sarà Marco Rampoldi, allievo di Giorgio Strehler, a dirigere lo spettacolo scritto da Pierre Levi e Georges Bouboulis, reso ancora più simpatico e accattivante dalle interpretazioni di Corrado Tedeschi, nei panni del protagonista, e di Aphrodite De Lorraine, giovane produttrice e attrice francese, direttrice della prima ed unica compagnia teatrale d’Oltralpe a Milano, il «Theatre Francais de Milan». I due autori hanno plasmato uno spettacolo capace di raccontare, attraverso un linguaggio tipico della commedia vaudeville, le origini dell'Istituto che oggi conta più di 1500 allievi. In effetti, forse nemmeno gli addetti ai lavori conosceranno fino in fondo la storia di questa scuola che, passo dopo passo, tra verità e fantasia, sulla scena nasce da un abile intreccio tra vicende realmente accadute, aneddoti e un po' di sana creatività. I personaggi diventano così i veri protagonisti della storia del conservatorio, autentici eroi di un fantasioso e divertente tessuto ordito da mani esperte e raffinate e messo in scena dall'esperienza teatrale di un abile regista. «Finora - racconta Borrelli, solito a definirsi “servitore di questa casa”, vi sono state rievocazioni delle vicende storiche legate alle fondazioni del Conservatorio, lette in modo serioso e accademico; è arrivato il momento di sorridere e di sdoganarsi dalla classicità». Marco Rampoldi, dopo essersi consacrato al successo con le regie de «Tecoppa» con Piero Mazzarella e «L'uomo dal fiore in bocca» interpretato da Corrado Tedeschi, senza trascurare la direzione de «La Calandria» spettacolo presentato del Cinquecentenario dell'Università di Urbino, rimasto folgorato dalla brillante idea di «non impaludarsi nel racconto della storia, ma giocando con gli avvenimenti» ha dipinto i protagonisti della vicenda con caratteristiche precise: «I personaggi appartengono alla realtà milanese, pur non essendo meneghini». Il ministro dell'Interno, Ludovico di Breme, appassionato di gioco e di donne, è sollecitato da tempo da alcuni uomini importanti della Milano bene per la creazione del Conservatorio di Musica; Pietro Moscati, direttore della Pubblica Istruzione, ma anche Giuseppe Carcano cercano di convincerlo con tutti i mezzi. Ecco che l'inutile stratagemma verrà elaborato da Ludovico di Breme perché il Vice Re Eugenio de Beauharmais firmi il tanto atteso Decreto.

Peccato che le due debolezze rendano il genio improvvisato davvero vulnerabile. Commedia perfetta degli equivoci, girandola di accadimenti dal ritmo brioso e serrato, lo spettacolo catastofico, si scioglie in un dolce lieto fine.
Il 3 settembre al Conservatorio. Per info:335-6492936.

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