L’economia rallenta: il governo. Prodi ha sbagliato i conti

Frena il Pil e si allontana il traguardo del 2%. Cresce ancora il debito pubblico. Secondo i dati dell’Istat, nel secondo trimestre di quest’anno la crescita del prodotto interno lordo (Pil) è stata dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno

L’economia rallenta: il governo. Prodi ha sbagliato i conti

da Roma

E la nave Italia rallenta. Secondo i dati dell’Istat, nel secondo trimestre di quest’anno la crescita del prodotto interno lordo (Pil) è stata dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno. Al momento, quindi - rileva sempre l’Istat - la crescita acquisita del Pil per il 2007 è dell’1,5%. E l’Istituto centrale di statistica osserva come in termini tendenziali sia in atto «un rallentamento» dell’economia.
Nessun analista interpellato da Reuters stimava una crescita del secondo trimestre inferiore allo 0,4%.
Il dato fornito dall’Istat delinea un profilo della crescita interna diverso da quello tratteggiato dal governo nei suoi documenti ufficiali. L’intero quadro di finanza pubblica è stato costruito prevedendo per quest’anno una crescita del Pil del 2%. Se resta all’1,8% (come aveva consigliato la Banca d’Italia) il deficit peggiora automaticamente dello 0,1%.
Da qui le cautele espresse da ogni organismo, nazionale e internazionale, ad utilizzare per intero l’extragettito ai fini di maggiore spesa pubblica.
Anche perché il debito pubblico a maggio ha toccato il suo ennesimo record. Secondo i dati della Banca d’Italia è stato pari a 1.609,125 miliardi. Va detto, però, che il dato del debito pubblico mensile risente dell’andamento altrettanto mensile del fabbisogno di cassa. Ed in maggio il fabbisogno mensile era stato di 11,2 miliardi; mentre in giugno ed in luglio (mesi di autotassazione) l’avanzo è stato di 18,5 e 4,1 miliardi. Insomma, è probabile che il debito mensile che verrà fotografato dalla Banca d’Italia il prossimo mese scenda.
Mentre è complicato che il Pil del terzo trimestre possa riprendere una strada di crescita sostenuta. L’andamento del prezzo del petrolio, la crisi del credito internazionale, i rallentamenti ciclici delle principali economie (in Germania la produzione industriale segna un rallentamento) sono elementi che mettono a rischio la previsione del governo di un Pil che nel 2007 cresca al 2%.
Finora, infatti, la crescita è stata sostenuta grazie al buon andamento delle esportazioni e dei consumi interni. Esportazioni favorite anche dalla rimessa in moto della locomotiva tedesca.


Se la Germania inizia a perdere colpi da un profilo industriale, a cui si aggiungeranno quelli determinati dalla maggiore esposizione delle banche tedesche nella crisi dei mutui americani subprime, è difficile che le nostre esportazioni verso Berlino potranno conservare i ritmi dei mesi scorsi.
L’Istat ricorda che nel secondo trimestre la crescita tendenziale americana è stata dell’1,8%, mentre quella del Regno Unito è stata del 3%.

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