Una speranza per i pazienti affetti dal virus dell'epatite C un milione e mezzo circa solo in Italia che non hanno trovato benefici dalla terapia più diffusa per questa patologia, quella dell'associazione di interferone alfa (peghilato e non) e ribavirina. La Commissione per i prodotti medicinali per uso umano dell'Agenzia europea del farmaco ha infatti raccomandato l'approvazione della terapia di associazione di peginterferone alfa-2b e ribavirina anche nei pazienti nei quali non avevano avuto successo precedenti terapie con interferone peghilato o non.
L'annuncio arriva da Palermo, dove ha avuto luogo il XIII Congresso nazionale delle malattie digestive organizzato dalla Fimad (Federazione italiana apparato digerente) e presieduto dal professor Antonio Craxì, ordinario di gastroenterologia all'Università di Palermo e direttore dell'unità di gastroenterologia ed epatologia dello stesso ateneo. Una notizia importante, considerato che la mancata risposta alla cura tradizionale riguarda circa metà dei malati. «Speriamo sottolinea il professor Craxì che l'Agenzia italiana del farmaco recepisca rapidamente l'indicazione che arriva dall'Europa. Il problema riguarda infatti circa il 50 per cento delle persone in terapia, e di questi circa il 20 per cento può essere trattato efficacemente con tale cura».
Non è l'unica buona notizia che arriva dal congresso che si è svolto nel capoluogo siciliano e che ha visto a confronto oltre 1600 esperti. È infatti in fase avanzata di sperimentazione, presso gli atenei di Palermo e Torino, una nuova molecola antivirale, l'SCH 503034 (boceprevir), che lascia ben sperare, opportunamente accoppiata ad altri farmaci, in buoni risultati, perché si arrivi a quello che rappresenta il principale obiettivo, il potenziamento dell'efficacia della terapia e l'abbattimento dei pesanti effetti collaterali. Il tutto associato ad una maggiore prevenzione, considerato il fatto che soprattutto le epatiti C e B sono patologie subdole, che non danno segnali molti dei soggetti contagiati non sanno di esserlo e si manifestano solo quando i danni al fegato sono già pesanti. Malattie subdole che riguardano milioni di persone: per quanto riguarda l'epatite C le stime parlano di 150-180 milioni di portatori cronici in tutto il mondo, 5-10 milioni solo in Europa. Ancora peggio l'epatite B: circa 2 miliardi gli individui contagiati, 400 milioni i portatori cronici, un milione, solo in Europa, i nuovi casi l'anno. Malattie subdole che negli ultimi anni hanno subito un'impennata, a causa della diffusione di piercing e tatuaggi. E non solo: «I maggiori pericoli sottolinea il professor Craxì si annidano nei centri estetici, dove forbicine e aghi per la depilazione vengono usati in modo improprio.
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