L’erba è più verde per la Schiavone: «Da sola sono felice»

Francesca Schiavone si qualifica per i quarti di finale a Wimbledon ed è festa nel tennis italiano. Ieri l'azzurra ha battuto la francese Virginie Razzano per 6-2,7-6, giocando un tie break da manuale. Con questa vittoria la «Leonessa» eguaglia i record di Lucia Valerio, di Laura Golarsa e di Silvia Farina. Si qualifica per la quarta volta per i quarti di finale in una Prova del Grande Slam e si porta a un passo dalla semifinale raggiunta sull'erba da Nicola Pietrangeli, quando nel lontano 1960 si arrese a Rod Laver: 6-4 al quinto!
Ieri è stato lui il primo con il quale ho voluto condividere la gioia di una vittoria così importante. Anche Nicola, come me, aveva seguito il match davanti alla tv: «Francesca ha giocato proprio bene, variando con ottimo senso tattico!». Mi ha detto ricordandomi la sua partenza per Londra domani. Come accade a tutti i grandi del passato sarà ospite nel Royal Box per le semifinali. «Applaudire Francesca sarebbe un evento fantastico e non è improbabile - ha anche sottolineato ricordandomi - l'erba non è più quella di un tempo. Non è più una esclusiva per pochi velocisti. Non è obbligatorio avere un gran servizio e giocare la volée. Lo ha dimostrato prima Borg, poi in modo più eclatante l'anno scorso Nadal. Francesca ha un gioco intelligente e vario, secondo me ce la può fare.» Diciamo che per amore del gioco e con un pizzico di patriottismo l'antica coppia di doppio misto «Pericoli-Pietrangeli» chiede ai lettori il permesso di sognare. Inoltre, per quanto poco contino i risultati indiretti qualche numero parla in nostro favore.
Ieri Francesca ha battuto Virginie Razzano, negli ottavi aveva fatto un sol boccone di Marion Bartoli, l'altra francesina che nel 2007 arrivò in finale a Wimbledon perdendo da Venus Williams. Ebbene, a Eastbourne dieci giorni fa la Razzano ha battuto prima la Bartoli poi la Dementieva. E, questo ci conforta perché a sbarrare la corsa della «Leonessa» ci sarà proprio Elena Dementieva, medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Pechino! La Schiavone in conferenza stampa dopo il match ha polemizzato sul soprannome: «Leonessa me lo avete appiccicato voi giornalisti tanti anni fa! Io oggi non sono più la stessa». Francesca, che proprio in questo periodo ha deciso di rinunciare al coach, ha spiegato: «Penso che a 29 anni devo saper sbrigarmela da sola».
La verità è che con una lunga carriera alle spalle e tutta l'esperienza del mondo lei ha ancora tanta voglia di combattere e vuole farlo da sola. Non me ne vogliano gli allenatori ma, secondo me, è un segno di maturità. Il suo nuovo approccio al tennis potrebbe darle una spinta per un ulteriore passo avanti. Qualcuno sorriderà ma, a fine carriera io utilizzai un ipnotizzatore, il Dottor Stettini di Novi Ligure, che non conosceva il tennis però mi aiutò a superare tutte le ansie che possono trasformare una gara in una specie di incubo. Quell'anno giocavo il misto con Panatta ed anche lui si affidò all'ipnosi vincendo con successo il titolo italiano.

Il tennis è uno sport complicato. Oggi occorre una grande preparazione fisica ma non dimentichiamo che gli aspetti psicologici rimangono sempre i più importanti. E con questa motivazione Francesca oggi può farci sognare.

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