Con un corteo organizzato dal Movimento dei Pastori Sardi a Porto Rotondo, nel cuore del paradiso delle vacanze dei vip, e un presidio della Coldiretti davanti al palazzo della Regione sarda a Cagliari, il mondo dellagropastorizia dellisola ha lanciato lennesima richiesta di aiuto urgente per un settore che negli ultimi anni ha visto sparire migliaia di aziende.
«Ci pagano il latte di pecora come 30 anni fa: 60 centesimi di euro al litro, un prezzo che oggi non copre neanche le spese di mungitura», hanno spiegato i pastori ai turisti che incuriositi seguivano il passaggio del corteo a Porto Rotondo, fortemente presidiata dalle forze di polizia per scongiurare paventati tentativi di assalto a Villa Certosa, residenza estiva del presidente del Consiglio. «Chiederemo di incontrare il presidente Berlusconi a Roma, nelle sedi istituzionali - ha detto il leader del Movimento dei Pastori, Felice Floris - per illustrargli i problemi della pastorizia sarda. Forse lui è lunico che può risolverli, visto che la Regione sarda non sta facendo nulla per risollevare le sorti di noi pastori». Mentre i pastori raccoglievano a Porto Rotondo la solidarietà dei partiti del centrosinistra e dei cassintegrati Vinyls, che occupano dal 24 febbraio lex carcere sullisola dellAsinara, da Cagliari il presidente della Regione ha lanciato un appello allunità per affrontare la crisi.
«La crisi del comparto ovino della Sardegna deve essere affrontata tutti uniti - ha detto Ugo Cappellacci - per raggiungere risultati con il Ministero delle Risorse Agricole, ma soprattutto con lUnione europea». Il presidente assieme con lassessore dellAgricoltura, Andrea Prato, ha incontrato i rappresentanti dellindustria privata e delle associazioni degli industriali e Coldiretti, Cia e Confagricoltura ai quali ha ribadito che la Giunta «è pronta non solo a fare la sua parte con interventi straordinari, ma anche a svolgere il ruolo di facilitatore di processi che vedano non il sacrificio di una parte a favore di unaltra, ma la collaborazione e la cooperazione di tutti gli attori della filiera».
Il presidente ha poi chiesto sia al settore industriale, sia alle associazioni di offrire il loro contributo nella predisposizione di un documento unitario da sottoporre il 6 settembre al Governo e poi allUe. «Dobbiamo sfruttare questo momento in cui finalmente il comparto ovino è allattenzione nazionale per portare uniti le richieste a Governo e Unione europea - ha aggiunto lassessore Prato - perchè solo così faremo comprendere alle istituzioni di Bruxelles che la pecora ha una sua specificità che deve essere difesa, al pari del settore vaccino». Industriali e associazioni hanno dato la loro disponibilità a discutere gli interventi da effettuare per rilanciare lintero comparto.
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