«Il culo duna russa? È na fortuna!», sospira il comico Enrico Brignano, messo in mora dai critici, che ieri, al lancio della commedia Sharm el Sheikh (dal 17 in sala, con 350 copie) arricciavano il naso per le nudità, neanche troppe, esibite nel film di Ugo Fabrizio Giordani, già assistente di Ettore Scola.
Del resto, la divertente parodia dei soliti italiani, che allestero, sulla nota spiaggia egiziana da cui il titolo, danno sfogo ai peggiori difetti nazionali, è ambientata in un contesto estivo e il francobollo tra le natiche di Laura Torrisi, maritata Pieraccioni, non rimanda a Schopenhauer. La storia è quella dun «furbetto del quartierino» (Giorgio Panariello), che per ottimizzare costi e ricavi dellazienda da lui presieduta vuol tagliare molte teste. Così rischia di perdere il lavoro il bravo venditore di polizze (Enrico Brignano), in lizza con un collega, pronto a vendere cara la pelle (Maurizio Casagrande). Che centra il Sinai, con tanto dramma esistenziale, ogni giorno sotto gli occhi di tutti? È che a Sharm va in vacanza lodioso capo e magari, tra un tuffo e laltro nel Mar Rosso, qualcuno uscirà vincitore dalla contesa per il tozzo di pane. Belle ragazze (tra le quali lultraventenne Michela Quattrociocche, che qui finge diciotto anni), qualche paraculata e vedremo se il pubblico vorrà ridere con questa messa in scena paravanziniana, ma non tendente al cinepanettone.
«Il film parte da tematiche esistenziali, situandosi tra I soliti ignoti e Ladri di biciclette. Da romano, non interpreto cinepanettoni. Facendo teatro, infatti, amo scegliermi da solo cosa dire e spesso la comicità è avvilita da un uso improprio di parolacce.
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