L’euro scivola ancora Pesano le incertezze su Grecia e Portogallo

RomaL’euro sempre più sotto pressione. Prima le vicende dei conti greci e l’incertezza sulla soluzione. Poi, ieri, ad accentuare il calo della moneta europea, è arrivato un rating negativo nei confronti di un altro paese Ue con i conti sotto osservazione: il Portogallo. La divisa europea ha perso sia nei confronti del franco svizzero sia nei confronti del dollaro. La moneta unica è stata indicata nelle battute finali a 1,3345 dollari (1,3524 martedì e 1,3338 Bce ieri), dopo avere aggiornato il nuovo minimo da inizio maggio dello scorso anno: 1,3328. Minimo storico anche sul franco svizzero: 1,4227.
Il cambio non ha risentito dei buoni dati macroeconomici che sono usciti ieri, ad esempio quello del manifatturiero di Eurolandia elaborato da Markit, che è salito al livello più alto dal dicembre 2006, soprattutto grazie alla Germania. Sempre in Germania è migliorato l’indice mensile Ifo sulla fiducia delle imprese, risalito a 98,1 punti, dai 95,2 di febbraio.
A influenzare il cambio è stata piuttosto la notizia che Fitch ha tagliato il rating sovrano del Portogallo, portandolo da «AA» ad «AA-». L’agenzia internazionale ha minacciato ulteriori tagli e ha fatto sapere che l’outlook sul valore del credito del Portogallo resta negativo.
Uno scenario macroeconomico con l’ euro più debole, finirebbe per facilitare alcuni paesi dell’area della moneta unica. Non quelli con le economie più deboli, costretti a importare materie prime a prezzi più alti, ma quelli, come la Germania, che hanno un’economia fondata sul manifatturiero e sull’export.
Il calo dell’euro ha anche risentito delle nuove incertezze su chi dovrà aiutare la Grecia. La Germania si è opposta alla riunione dei capi di stato e di governo che era stata chiesta dalla Francia e dalla Spagna e anche ieri è continuato il braccio di ferro sul ruolo del Fondo monetario internazionale. Berlino rimane a favore di un intervento che riguardi soprattutto l’Fmi, gli altri, vogliono una guida europea degli aiuti. Su questa posizione anche il rappresentante italiano nel board della Banca centrale europea Lorenzo Bini Smaghi, secondo il quale se si sceglierà un intervento del Fondo, si danneggerà l’euro e si metterà a repentaglio l’indipendenza della stessa Bce.
Anche Giulio Tremonti ieri si è schierato per un ruolo di primo piano dell’Europa, anche se con il supporto del Fondo monetario internazionale. «Ci piace l’idea che faccia tutto l’Europa perché è europea - ha spiegato - ma è anche ortodossa l’idea Europa più Fmi perché è italiana».
Fuori dall’area euro, ieri la Gran Bretagna ha presentato un piano di stimoli all’economia da 2,5 miliardi di sterline (2,79 miliardi di euro).

Il pacchetto di aiuti, che sarà finanziato da una tassa temporanea sui bonus ai banchieri che ha fruttato 2 miliardi di sterline, dovrà servire per «aiutare le piccole imprese, promuovere l’innovazione e gli investimenti nazionali in infrastrutture».

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