Egregio dottor Granzotto, pur condividendo la sua eurofobia, sono persuaso che nei suoi precordi sia presente un sentimento di gratitudine verso la Ue, per il merito di avere sostituito alla rissosità degli Stati europei sessantanni di quiete a un costo sostenibile, se paragonato alle follie consumate.
Dolo (Venezia)
Sì, sessantanni senza che nessuno nel continente abbia dissotterrato lascia di guerra (escludendo le vicende iugoslave, ma svoltesi al confine dellEuropa europeista, anche se questa ci mise lo zampino) è decisamente un bel risultato, caro Nalon. Anche per uno che, come me, non crede, manco morto, che il «dialogo» risolva tutto e non si fa incantare dal pacifismo pacifista. Però, questo è il punto, è persuaso che il merito di questa lunga e inconsueta pax europea vada davvero accreditato al Trattato di Roma o a quello di Maastricht? Sia da mettere in conto al consorzio di nazioni rappresentato dalla Comunità prima e dallUnione poi?
Mettiamola così: Lei pensa che se non fossimo stati affratellati dalla bandiera blu stellata (e dallInno alla gioia) nel corso di questo ultimo mezzo secolo e passa si sarebbero presentate delle condizioni favorevoli a una guerra tra lInghilterra e il Belgio, mettiamo, o tra lItalia e lAustria, tra la Francia e la Spagna? Sistemate con il primo conflitto mondiale le questioni geopolitiche e liquidate poi, con il secondo, le dittature (salvo quella plumbea dellUnione Sovietica, comunque stecchita cinquantanni dopo dalla Storia, e senza colpo ferire), non mi pare che si sia presentato un qualche casus tale da determinare una bellum. Lunica incognita era semmai quella del Cremlino, voglioso in un primo tempo di dare una allargatina alla Cortina di ferro. Però faceva buona guardia non lEuropa, non la force de frappe del generale de Gaulle, ma la più credibile force de dissuasion dellUs Army. Che poi la Seconda guerra mondiale (e quella civile per la Spagna) abbia avuto un effetto antispasmodico sui governanti ai quali prudevano le mani e che la caduta del Muro di Berlino abbia contribuito a eliminare dal gioco motivi di frizione niente male, resta un fatto. Ma nelluno e nellaltro caso Mercato Comune, Comunità Europea e Unione Europea non ebbero alcun ruolo.
Semmai, caro Nalon, nei precordi mi fa capolino un sentimento di gratitudine per lefficace sostegno che lUe ha garantito e in parte ancora garantisce allagricoltura. Non unazione politicamente corretta perché penalizza i queruli Paesi in (perenne) via di sviluppo, ma in certi casi un sano egoismo comunitario è proprio quel che ci vuole. Tanto di cappello anche agli accordi di Schengen con conseguente libera circolazione nellambìto comunitario, pur se ciò ci crea qualche problema con i fratelli romeni. Altri aspetti dellimpianto comunitario sono a mio vedere degni di lode. Quello che non mi va giù è lambizione di trasformare la cosiddetta Eurolandia in un tuttuno politico, culturale e sociale.
Per fortuna, dopo la bocciatura di quellinsano papocchio della Costituzione europea il progetto è stato accantonato, ma io mica mi fido, caro Malon, io sto in guardia, vigilo. Tengo alta lattenzione, come dicono i «sinceri democratici», gli stessi che venderebbero lidentità nazionale per un piatto di lenticchie. Sti fessi.