Larbitro Orsato, il più chiacchierato direttore di gara del momento, è stato fermato da Collina per una giornata. Il nostro Filippo Grassia, dopo averlo giustamente criticato, lo ha invitato a telefonare al suo «maestro» per farsi spiegare come si fa ad arbitrare bene. Ma sapete chi è stato il suo «maestro», lex arbitro internazionale genovese, Claudio Pieri. Eccoci, dunque, con lui a farsi spiegare perché un arbitro in odore di internazionalità come Orsato ha potuto commettere errori così grossolani. Pieri, è stato uno dei grandi arbitri di casa nostra, considerato forse il migliore del suo tempo. Da poco è stato nominato «Mentor» cioè «talent scout». Andrà a scoprire i giovani arbitri, ne seguirà le gesta e li segnalerà a chi di dovere.
Pieri, che maestro è stato per Orsato?
«Lho promosso, nella stagione 2005/06, dopo averlo seguito, analizzato, studiato, valutato attentamente».
Un giudizio positivo, dunque?
«Ho qui la relazione di allora: Orsato fu promosso per grandi qualità atletiche, tecniche, di comportamento e disciplinari, che sono le caratteristiche che si richiedono ad un arbitro per andare avanti».
Come nasceva Orsato?
«Proveniva da un oratorio veneto. Lho seguito per quattro anni e quando ero commissario alla Can/D ho avuto la possibilità di valutarlo e promuoverlo».
Altri promossi?
«Certamente, ho promosso con lui Gervasoni, Damato, Celi, Pierpaoli tutti oggi considerati di ottimo livello».
Pieri, ma come si fa a commettere errori così grossolani?
«Attenzione: esco da ogni giudizio di merito. Credo che intanto non si possa giudicare un arbitro da una sola gara e da un solo errore. Poi oggi il gioco è cambiato: è più veloce, più difficile, più fisico, ci sono molte nuove regole. Non è facile dirigere una gara. Ci sono molti contatti, tanti, troppi: e allora lerrore diventa oggettivamente più frequente».
Ma ai suoi tempi comera?
«Onestamente cera meno tensione, meno pressioni. A proposito di Orsato ricordo che sulla sua scheda cerano giudizi molto positivi sulle sue attitudini, sul suo carisma, sulla sua personalità».
Oggi il carisma diventa arroganza?
«Può darsi, ma anche gli arbitri sono uomini, ci sono giocatori che irritano.
Lerrore di Roma era in buona fede...
«Ci mancherebbe...».
Orsato internazionale?
«Non sta a me decidere, ma quei giudizi di allora mi pare siano stati confermati».
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