L’ex presidente: «Colpe nostre? Solito vizio scaricare sul passato»

Bruno Soresina ribatte a chi ha messo sotto accusa la sua gestione aziendale: «Queste denunce dovevano farle subito»

Atm è nella bufera. Tutta colpa dei mancati investimenti nell’ammodernamento, «l’ultimo piano industriale presenta 800 milioni di euro di investimenti, mentre i precedenti ne prevedevano molti meno» osserva il sindaco Letizia Moratti. Come dire: la responsabilità non ricade sull’attuale gestione bensì su quella passata, ovvero sul manager Bruno Soresina, già Federmeccanica, che dal 2001 al 2007 ha guidato l’Azienda tranviaria milanese.
Accusa pesante, Soresina. Cosa replica?
«Domanda che andrebbe girata a chi è oggi nel consiglio d’amministrazione di Atm e che c’era anche prima. Consiglieri che sanno perfettamente qual è stata la gestione e la mission di Atm».
Giusto per capirci, l’accusa del sindaco è di aver guardato al bilancio e al suo pareggio piuttosto che agli investimenti...
«Basta riprendere e rileggere i bilanci degli ultimi dieci anni per trovare la verità dei fatti e vedere qual è la differenza rispetto agli anni Ottanta e Novanta. La mia gestione è stata caratterizzata da un enorme volume di investimenti, di manutenzione e dall’ammodernamento dei mezzi pubblici. Il giochino di scaricare responsabilità su chi c’era prima appartiene a uno sport tutto italiano. E, poi, c’è un dettaglio che vorrei sottolineare».
Prego.
«È da due anni che c’è la nuova gestione di Atm. Se volevano fare una denuncia contro il passato, be’ potevano farla prima, magari lo stesso giorno dell’insediamento».
In effetti, ingegnere, proprio all’indomani del subentro l’attuale presidente di Atm, Elio Catania, rimarcò la necessità di differenziarsi dal passato e, tra l’altro, oggi getta accuse anche sul personale...
«... è sempre la solita solfa, prima si incolpa il passato, poi qualcuno che non si riesce a individuare e, infine, i dipendenti. Mossa che non è certo nuova. Lo ripeto: scaricare le responsabilità è uno sport tutto italico».
Comunque, Soresina, l’azienda tranviaria è cambiata. E nel futuro c’è anche l’intesa con Torino. Che ne pensa?
«Mettersi assieme risponde spesso all’esigenza di avere una maggiore dimensione per meglio affrontare il mercato e anche il servizio. Ma le differenze ci sono e vanno superate. Lo si può fare solo creando una newco, una nuova impresa che abbia come riferimento proprio il superamento dei vincoli esistenti, delle logiche del non fare su quelle del fare.

Tradotto vuol dire creare una società capitalizzata che duri due anni e solo allora, alla fine del tempo prestabilito, target raggiunto o meno, si potrà ragionare in grande. Altrimenti? Dietro l’angolo troveremmo solo brutte sorprese».

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