L’ex presidente Figc: «Sorpreso, ma sereno»

L’ex presidente Figc: «Sorpreso, ma sereno»

Gian Piero Scevola

Lunedì scorso Franco Carraro se n’è andato dalla Federcalcio, lasciando quella poltrona che dal dicembre 2001 era sua dopo una votazione bulgara. Da ieri, insieme ai tanti altri noti di questi giorni, gira l’indiscrezione che il suo nome sia iscritto nel registro degli indagati della Procura di Napoli per il reato di associazione a delinquere. Sussurri ieri sera smentiti da fonti della Procura e che avvarrebbero la tranquillità dell’ex presidente che ieri aveva dichiarato: «Sono grato nei confronti della magistratura per le indagini sul calcio». Secondo quanto uscirà domani sull’Espresso, l’indagine dei pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice è stata affidata ai carabinieri del nucleo operativo di Roma e coinvolge 50 indagati, tra i quali una mezza dozzina di arbitri di primo piano (con De Santis), oltre ai due ex designatori Pairetto e Bergamo. I carabinieri, nelle loro informative, non si sono fermati ai singoli episodi ma hanno svelato il «metodo Moggi».
L’inchiesta di Napoli - per il settimanale - sale di livello rispetto a quelle di Roma e Torino: nelle intercettazioni telefoniche si ascoltano giornalisti televisivi, funzionari di polizia, alti ufficiali della Finanza che si mettono a disposizione di Luciano Moggi. Un’intricata rete di conoscenze e di scambi di favori a tutti i livelli con un unico obiettivo: far vincere la Juventus. Negli atti dell’indagine si parla anche del condizionamento mediatico sugli arbitri effettuato da trasmissioni tv.
Informato del tutto, Carraro ha commentato: «Con stupore apprendo che sarei indagato dalla Procura di Napoli. Ribadisco assoluta fiducia nella magistratura e gratitudine per l’aiuto che dà al calcio. Sono assolutamente sereno perchè so di aver agito sempre con correttezza. In tanti anni di attività sono stato oggetto di moltissime indagini e sono sempre stato prosciolto in istruttoria o assolto. Anche stavolta saprò dimostrare la mia probità». Sbigottito invece Paolo Bergamo: «Non so niente. Sto vivendo questo periodo come tutti, leggendo i giornali, ma con assoluta serenità perchè finora non è emerso nulla a mio carico.

Se mi fosse addebitato qualcosa mi sarei già mosso, avrei già parlato: se fossi tra gli indagati, negare sarebbe sciocco. Con L’Espresso farò quello che ho già fatto quando fui tirato in ballo sulle intercettazioni dal Tirreno: una bella querela».

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