Roma

L’Fbi apre un ufficio davanti a Cinecittà

Gabriele Rossi

Fino a oggi eravamo abituati a vederli solo nei film polizieschi o a leggerne le imprese sulle pagine estere dei giornali. Presto però due investigatori dell’Fbi americana entreranno in servizio a Roma negli uffici della Dac, la Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato a Cinecittà.
È questo il punto principale dell’accordo siglato in questi giorni nella nuova struttura del «polo Tuscolano» dal prefetto Nicola Cavaliere, capo della Dac, accompagnato dal direttore dello Sco (Servizio centrale operazioni) Lucio Carluccio, e dal vice direttore dell’Fbi, Chris Swecker.
L’iniziativa, nata dalla lunga serie di rapporti di collaborazione ultraventennali fra polizia e Fbi, prevede anche che due funzionari italiani si trasferiscano nel quartier generale del bureau a Washington per partecipare direttamente alle indagini contro la criminalità organizzata, il terrorismo e il traffico internazionale di droga.
«Si tratta di un programma operativo - hanno spiegato al Dac - fortemente voluto dal capo della polizia, prefetto Gianni De Gennaro, che prevede lo scambio di investigatori esperti nella lotta alle organizzazioni criminali transnazionali. Il modello di collaborazione fra Fbi e polizia, che in passato ha già dato risultati molto positivi, viene attuato con un’iniziativa frutto di un’intesa raggiunta nel corso di recenti incontri avvenuti fra il capo della polizia italiana e il capo dell’Fbi».
Soprattutto nei mesi scorsi, il caso Cogne ne è stato un esempio, gli investigatori dell’Fbi esperti in crimini contro la persona e contro il patrimonio hanno lavorato fianco a fianco con gli inquirenti italiani per cercare la soluzione a misteri irrisolti.
Andando più indietro nel tempo, invece, personale dell’Fbi in trasferta a Roma ha dato il suo contributo alla polizia italiana per sferrare colpi decisivi alla malavita organizzata, specialmente nel traffico di sostanze stupefacenti, nella falsificazione monetaria o nell’individuazione di latitanti collegati alle cosche mafiose e ai «cartelli» sudamericani della droga.

I due agenti dell’Fbi, è stato precisato ieri mattina, avranno a loro disposizione un ufficio all’interno della sede della Dac da dove collaboreranno con gli investigatori della cosiddetta «Fbi» italiana, nata soltanto all’inizio dell’anno ma già protagonista di operazioni di grande rilievo.

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