L’IMBROGLIO DEI BROGLI

Per chi legge il Giornale, ma soprattutto per chi legge queste pagine, il fatto che Enrico Deaglio sia indagato per la diffusione di notizie false è tutto fuorchè una sorpresa. Perchè, come vi ho spiegato ampiamente, tutto il presupposto su cui si basava l’inchiesta del Diario - ripresa acriticamente dal Corriere della sera, con tanto di richiamo in prima pagina e più di mezza pagina di battage pubblicitario - era falso. Se il ministero dell’Interno non ha alcun potere sui dati elettorali, ed è solo ed esclusivamente una specie di grande ufficio stampa dei risultati, come può organizzare un broglio informatico?
Era tutto già scritto. Eppure, niente. Abbiamo dovuto sorbirci l’intervista di Lucia Annunziata che non faceva presente nulla di tutto questo a Deaglio; abbiamo dovuto sorbirci i comici di tutta la Rai che parlavano solo di questo, con Deaglio ospite anche di Bertolino; abbiamo dovuto ascoltare gli speciali mattutini di Rainews24; abbiamo dovuto ascoltare i politici dell’Unione che battevano la grancassa; abbiamo dovuto leggere a testate (quasi) unificate che era tutto vero.
Fortunatamente, però, ci siamo noi. Che su queste pagine abbiamo smontato pezzo per pezzo l’imbroglio del broglio. Così come avevamo smontato qualche mese fa quello del libro di «Agente italiano» edito da Aliberti che spiegava come ad Imperia le bianche fossero crollate, a differenza di quanto succedeva nelle zone rosse. Semplicemente, non era vero. E abbiamo dimostrato - con i numeri, non con le chiacchere - che ci trovavamo di fronte a una solenne sciocchezza. Bastava leggersi i dati di Savona, della Spezia o di Sarzana.
Fortunatamente, però, ci siete voi. Che ci avete sempre appoggiato in questa battaglia. Nei prossimi giorni pubblicheremo intere pagine di testimonianze e vostre lettere che raccontano di tutti i vostri dubbi sui brogli. Quelli veri, non quelli di Deaglio. Racconti di rappresentanti di lista, di semplici elettori, di gente per bene che vuole sapere chi - davvero - ha vinto le elezioni. Daremo spazio, in particolare, alle denunce di Mario Lauro e di Fiorella Merello Guarnero, che ai seggi ci sono stati sul serio. Ma, soprattutto, alla passione di Luciano Borneto, vicepresidente del comitato elettorale azzurro del collegio Genova Valpocevera, che ci ha scritto: «Ne ho viste di tutti i colori. In alcune sezioni, nei verbali del presidente di seggio, non corrispondevano i voti validi con i voti assegnati. Tutto in zone rosse e calde come il sangue, dove il centrosinistra la fa da padrone, con il suo esercito di rappresentanti di lista.

Dove sono andati a finire i voti non attribuiti? E soprattutto a chi dovevano essere attribuiti quei voti?».
Una sola cosa sono in grado di promettervi. Che, finchè avremo una goccia di inchiostro, da queste colonne, cercheremo di rispondere a queste domande.

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