Guerra al traffico di rifiuti illegali tra Italia e Cina. Ieri gli agenti della squadra mobile insieme agli uomini dellUfficio Antifrode dellAgenzia delle Dogane hanno sequestrato due tonnellate di scorie industriali, di tipo plastico, anche tossiche e sei di rame. Un duro colpo alle organizzazioni criminali dagli «occhi a mandorla» che operavano nel nostro paese grazie alla collusione con imprenditori italiani del settore delle spedizioni internazionali.
I sequestri, ottantotto in tutto, non hanno interessato solo la capitale, ma anche Napoli, Frosinone, Pescara, Milano e Catania e sono il risultato di uninchiesta avviata un anno fa dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I blitz a Roma e provincia sono scattati poco dopo lalba e si sono concentrati su una dozzina di capannoni tra la Prenestina e Guidonia e su un negozio di occhiali in via Principe Amedeo. Gli agenti, diretti da Alberto Intini, hanno scoperto migliaia di capi di abbigliamento e tonnellate di altri articoli tra cui borse, occhiali, scarpe. Tra i capannoni ce nera uno dove venivano stoccati vestiti firmati, ovviamente contraffatti, di buona fattura e un altro che custodiva materiale elettrico pronto a partire per la Cina.
La cosa più interessante, finita nelle mani degli investigatori, è però la documentazione contabile sul traffico illecito di scorie. «Le carte in nostro possesso - ha detto il dirigente della Squadra Mobile, Alberto Intini - provano infatti il mancato smaltimento dei rifiuti in Italia, linvio degli stessi in Cina e il ritorno del materiale di origine per il reimpiego nel circuito di fabbricazioni. Tra le scorie sequestrate a Roma, Napoli e Caserta ci sono materiali plastici, policarbonati e Pet. È preoccupante che il Pet, materiale formato da residui plastici, usato per fare le bottiglie, rientri dopo essere passato attraverso un sistema di riciclaggio illecito».
Contatori elettrici, computer e circuiti in pratica venivano stoccati in capannoni specifici. Successivamente partivano per la Cina dove diventavano plastica, bachelite e policarbonati, che rientravano sempre allinterno di normalissimi container. Quindi in Italia venivano vendute come materie prime a specifiche fabbriche di materiali plastici che le utilizzano per le loro attività produttive.
Gli indagati per ora sarebbero una quarantina, ma il numero potrebbe salire nelle prossime ore.
Linchiesta della Direzione distrettuale antimafia ha portato al sequestro di dodici capannoni tra Guidonia e la Prenestina Stop al traffico di scorie con la Cina I rifiuti industriali non venivano smaltiti ma uscivano dallItalia dove rientravano come
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