L’inchiesta di Potenza sfiora Mancino

Toghe sporche, nei fascicoli anche telefonate del numero due del Csm

L’inchiesta di Potenza sfiora Mancino
L'imminente richiesta del gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, al Parlamento, di rendere utilizzabili le conversazioni telefoniche in cui è coinvolto l'esponente della Margherita Salvatore Margiotta, potrebbero creare qualche imbarazzo al Csm. Nell'inchiesta sulle toghe sporche condotta dal pm Henry John Woodcock vi sarebbero infatti alcune conversazioni tra Margiotta a il vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura, Nicola Mancino.

Nelle telefonate, secondo indiscrezioni, si sarebbe parlato del pubblico ministero Vincenzo Montemurro, uno dei magistrati al centro del violentissimo scontro interno alla procura di Vallettopoli, già oggetto di procedimento disciplinare a Palazzo dei marescialli. La chiacchierata tra Margiotta, indagato per falso ideologico, e Mancino sarebbe finita agli atti perché registrata sul telefonino di Luisa Fasano, moglie del parlamentare nonché capo della squadra mobile di Potenza, indagata per peculato.

Il nuovo filone nasce da una costola dell'inchiesta che portò all'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia e da un approfondimento del procedimento che, nel marzo scorso, sfociò nell'arresto del fotografo Fabrizio Corona.

La Fasano è indagata anche a Catanzaro (abuso d'ufficio) nell'inchiesta sul presunto comitato d'affari che avrebbe operato in Basilicata: il 7 giugno scorso la sua abitazione e il suo studio sono stati perquisiti dalla Guardia di Finanza. Nel pomeriggio Margiotta ha fatto sapere di essere «assolutamente sereno e tranquillo non avendo commesso alcun tipo di reato come mi sarà facile dimostrare con atti formali».

Intanto a Matera, altra città sconvolta da miasmi e veleni giudiziari, la procura ha ordinato sei perquisizioni a carico di giornalisti e carabinieri. L'ipotesi di reato è grave, e non ha precedenti: associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa e alla violazione del segreto istruttorio. Il tutto, ovviamente, in relazione all'inchiesta «toghe lucane» portata avanti dal pm De Magistris. Nel mirino i giornalisti del foglio locale, Il Resto (Emanuele e Nino Grilli e Nicola Piccenna), Carlo Vulpio del Corriere della Sera e il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo, comandante della compagnia di Policoro, paese del Materano dove avvenne l'omicidio di due fidanzatini e su cui il pm de Magistris ha ripreso ad indagare ipotizzando inquietanti scenari. Le perquisizioni sono la diretta conseguenze delle denunce presentate dal senatore Nicola Buccico di An.
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