La produzione industriale segna un nuovo calo a giugno, ma le speranze si concentrano sul terzo trimestre, quando, secondo alcuni analisti, la ricostituzione delle scorte potrebbe imprimere una spinta positiva ai mesi di luglio e di agosto. Allorizzonte continua infatti a intravedersi una ripresa, e ci sono segnali di stabilizzazione sul sentiero che porta alla crescita. Per ora, però, la situazione è ancora difficile, e getta unombra anche sul dato del Pil del secondo trimestre che sarà comunicato oggi e potrebbe rivelarsi più basso rispetto alle previsioni degli economisti, che si attendevano una contrazione congiunturale dello 0,7% e del 6,1% su base tendenziale.
A giugno lindice destagionalizzato della produzione industriale ha subito una flessione congiunturale dell1,2% sul mese precedente rispetto alla variazione nulla di maggio. Lindice corretto per i giorni lavorativi ha registrato, sempre a giugno, un calo del 21,9% su base annua dal -19,9% di maggio, mentre il risultato «grezzo» rispetto allo stesso mese del 2008 ha segnato una diminuzione del 19,7%.
Gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie registrano tutti variazioni congiunturali negative: -2,7% per lenergia, -2,3% per i beni strumentali, -2% per i beni intermedi e -1% per i beni di consumo (-2,6% per i beni durevoli, -0,9% per i beni non durevoli). In particolare, poi, la produzione di autoveicoli a giugno, corretta per i giorni lavorativi, è stata pari a -35,2% rispetto allo stesso periodo del 2008 (il dato grezzo è stato pari a -31,9%).
Nel secondo trimestre lindice destagionalizzato scende del 3,9% in termini congiunturali, rispetto al -9,7% del primo trimestre, mentre nei primi sei mesi dellanno il calo della produzione è stato del 21,5% su base annua (dati corretti per i giorni lavorativi).
E dai sindacati arriva un grido dallarme. «Siamo in una situazione di stasi. I dati sulla produzione industriale sono seriamente preoccupanti», ha dichiarato Susanna Camusso, segretario confederale Cgil. Per Giorgio Santini, segretario confederale Cisl, «sono necessarie politiche di investimento. Si capisce che la ripresa sarà molto lenta».
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