Tutto sembrava fuorché la notte di Natale, a Vado Ligure, il 24 dicembre scorso, con un mostro di fuoco che divorava boschi e minacciava case. E per 250 persone non cè stato nemmeno il tempo di aspettare Babbo Natale: hanno dovuto scappare dalle abitazioni lambite dalle fiamme, che in poco tempo sono aumentate fino a diventare un muro di fuoco lungo quattro chilometri, alimentato da un vento di tramontana a 100 chilometri allora. Lautostrada A10 è stata chiusa allaltezza di Vado: il fumo nero impediva la visibilità e la vegetazione vicina alle corsie stava bruciando.
Lo spotting, ovvero laccensione di focolai secondari dovuta al vento che trasporta materiali leggeri infuocati, ha poi innescato altri cinque fronti diversi. Al fuoco si sono aggiunti i rombi dei cinque Canadair che per oltre 24 ore, con una breve pausa notturna, hanno sorvolato Vado assieme a due elicotteri della Regione Liguria. Non cè elettricità, in paese; il black-out è stato imposto per consentire ai piloti di Canadair ed elicotteri di operare in sicurezza. A terra, hanno lavorato un centinaio di persone: vigili del fuoco di Savona, con rinforzi dal Basso Piemonte e dalla Spezia; personale della Forestale; volontari dellantincendio e anche residenti. Uno di loro, 72 anni, si è ustionato le mani e le braccia per togliere materiale infuocato dallaia della sua casa. Solo ieri il vento è un po calato, consentendo la riapertura dellautostrada: i tecnici del Nipaf della Forestale stanno cercando di capire cosa sia successo. Le ipotesi si riducono: non sembra che si tratti di un incendio doloso, ma potrebbe essere di origine colposa. Probabilmente qualcuno ha sparato dei botti nel bosco, innescando così lincendio che è stato alimentato dal vento. I Canadair e gli elicotteri hanno continuato anche ieri a sfiorare il mare e scaricare acqua senza fermarsi mai.
Il fuoco, nel tardo pomeriggio di ieri sembrava sconfitto. Cosìsi è potuta iniziare loperazione di bonifica e i grandi aerei e gli elicotteri tornano negli hangar.
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