Basta una formica atomica per mandare in tilt lInter. Forse lInter ha salvato il Parma, non se stessa e la sua faccia. Quarta sconfitta in cinque partite, 18 gol subiti in dieci sfide (10 dei quali dalle tedesche): conti da brividi o da far rabbrividire. Sembra un addio allo scudetto. Ieri al Tardini, è stato un lento rintocco di campana fin quando (mancavano 5 alla fine) Amauri è sembrato un centravanti vero ed ha ficcato in rete la palla della condanna nerazzurra anche in campionato.
Più bello il Parma, più sgonfia lInter. Ci poteva stare viste le ultime fatiche, ma inquietante il modo in cui la squadra di Leonardo è entrata in campo ed ha giocato il primo tempo. Esattamente come in Germania contro lo Schalke: senza scintille. Mancavano in tre: due per insubordinazione (Thiago Motta e Maicon) propinate per scelta tecnica e uno (Sneijder) per scelta davvero tecnica. Anche se stavolta lolannedese, quando è entrato nella ripresa, ha regalato allInter quel cambio di passo che poteva portare al pari. Leo non ci ha preso con la tattica, la squadra si è ancora sgonfiata, il centrocampo non ha avuto guizzi, finché non è entrato Sneijder. Etoo continua a restare senza gol e Pazzini ha dimostrato il limite di un giocatore monotematico: o gli arriva il passaggio giusto o non serve.
Partita vissuta su pochi momenti di bellezza calcistica: la punizione calciata da Stankovic allincrocio dei pali, il gol di Giovinco, che ha ricordato le divagazioni difensive nerazzurre: si è infilato in area e gli altri tutti a guardare. Le parate di Mirante, soprattutto allinizio della ripresa (testa di Cambiasso e mischione) che ha scacciato incubi, lincrocio dei pali colpito da un bel tiro a giro di Amauri e il gol del bisontone nel mezzo di una difesa imbalsamata.
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