Claudio De Carli
nostro inviato ad Appiano Gentile
Zlatan allInter è una mitragliata. E non solo al resto del calcio. Mette le braccia conserte e sembra che chieda chi ha il coraggio di farsi avanti: «Quando ho capito che la Juventus voleva tenermi a tutti i costi ero molto contento. Ma quando ho saputo che mi voleva lInter ero ancora più contento. Cobolli Gigli ha detto che ho perso una buona occasione per mostrare un minimo di maturità? Non lo so. So che io sono contento, lInter è contenta e anche la Juventus è molto contenta».
Benvenuto allInter, gli dicono, e lui: grazie.
Magari il passato non è irreprensibile, ha tentato di strozzare Cordoba e con Mihajlovic sono volate parole in serbo e croato di quelle intrascrivibili: «Ma il passato è passato - dice con una linearità di pensiero che non fa una grinza -. Prima giocavo contro di loro. Adesso gioco con loro. Questo è il calcio, e poi io da piccolo tifavo per lInter».
La personcina è nota, ma è verissima e non sta lì a raccontare che cè il paradiso ad attenderlo e lui è tutto un galateo. Mira al sodo e ne è talmente fiero che ne fa un manifesto: «Ho pensato a me e alla mia carriera. Cosa rispondo ai tifosi della Juventus? Che questo è il calcio e il mio futuro ora è qui e se mi chiedete se ho scelto bene vi rispondo che questo è lambiente perfetto per giocare al calcio. Per i tifosi della Juventus mi spiace, ma giocare a San Siro è unaltra cosa. Dovevo farlo per me e lho fatto per me».
Parla un po in italiano e un po in inglese, quando gli chiedono di sforzarsi a farlo solo nella nostra lingua, sbuffa, e continua a parlare un po in italiano e un po in inglese. Poi gli chiedono se continuerà a giocare a quel suo modo anche adesso che è qui allInter. E lui fa: «Quale modo? Quello di tenere la palla e fare un po quello che penso? Beh, credo che lInter mi abbia preso per come gioco e non per come dovrei giocare. Se tengo la palla, va bene. Qualche volta succede. Ma poi tutti dicono che faccio la differenza e quindi perché dovrei cambiare il mio modo di fare? Poi dipende anche da quello che scrivono i giornali». Lidea è che in futuro chi avrà questioni personali con Zlatan è meglio che si tenga allenato.
Pare che non abbia molto tempo da concedere, è possibile che con lui adesso lInter sia diventata fra le tre o quattro più forti del mondo? «Lo era già prima - risponde, e poi si gira verso Branca e Oriali come per ricevere conferma -. Adesso è sicuramente ancora più forte, ma non solo per il mio arrivo. Vedo il Chelsea, il Barcellona e lInter, il livello è questo».
Non è vero che non dice chiaro e tondo che si sente fortissimo, anzi, per i distratti ricorda un piccolo aneddoto durato due anni: «Sono venuto in Italia e ho lavorato duro. Tutti i giorni, tutte le settimane e tutti i mesi. Sono rimasto sempre in testa e ho vinto due campionati. Adesso mi vengono a dire che non è vero... Ma io mi sento ancora campione dItalia». Difficile trovare uno disposto a contraddirlo. Peraltro il tenero Zlatan, un metro e novantadue di neuroni in perenne ribellione contro chiunque abbia una maglia diversa dalla sua («per forza - spiega -, io voglio vincere»), cifre alla mano, in 70 presenze di campionato mai è stato espulso. Non deve ripulirsi lanima qui a Milano, deve solo convincersi che se ritiene che sia questo lambiente giusto e questo lo stadio migliore, ci è arrivato. Tutto qui. Sa che non è allInter a giocarsi un posto con gli altri cinque. Dei cinque lui è lunico certo di averlo, il posto.
La concorrenza è folta e qualcuno andrà via: Adriano, Crespo, Cruz, Martins, Recoba, troppi anche per chi lotta dichiaratamente su due fronti e spergiura che onorerà la coppa Italia che detiene. A domanda precisa Marco Branca ha risposto: «Non cè nessuna trattativa aperta con Manchester. Scrivetelo pure, garantito. Siamo in troppi? Non capisco perché vi dobbiate preoccupare se siamo in troppi. Tranquilli, qualcosa faremo anche in uscita».
La trattativa di Manchester era quella ipotizzata con lo United per Adriano per colmare la partenza di Ruud Van Nistelrooy. Crespo non è arrivato per fare baratti.
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