L’Inter ormai è senza rete e Mourinho cade dal trono

Claudio De Carli

L'occasione per restare in testa era buona, senza Gilardino e Mutu la Fiorentina è da centroclassifica. Come l'Inter di ieri sera di cui non si ricordano conclusioni serie sulle quali Frey ha dovuto esibirsi. Il momento è questo, poco esaltante, lo zero a zero di ieri, il secondo consecutivo, porta a 396 minuti di imbattibilità fra campionato e champions, in classifica un punto che dovrebbe essere segnato interamente nella casella di Cordoba sul quale è rimbalzato tutto quanto la Fiorentina è riuscita a mettere in campo. Ibra come l'Inter. Poco assistito e poco servito, lo svedese è rimasto prigioniero di Krloldrup e Gamberoni che sono quasi sempre riusciti a rubragli il tempo, ai fianchi meglio Obinna di Mancini.
La gara dell'Inter noiosa, giocata con tanta superficialità, un dovere da compiere. L'Inter ha lasciato che la Fiorentina impaurita dalle assenze di Gilardino e Mutu facesse la partita, le ha lasciato metà campo, le ha concesso il possesso palla. Fino al limite i viola bene o molto bene, poi arrivava Cordoba a metterci un piede, la fronte, una tibia e tutto diventava molto triste per la squadra di Prandelli. L'Inter ha lasciato giocare la Fiorentina ma non l'ha subita, da tanta e meritata supremazia è venuta fuori solo una punizione di Pasqual che Julio Cesar ha respinto con i pugni dopo fallo al limite di Cordoba su Osvaldo dubbio: prima palla colpita e poi anche l'under 21 in azione di sfondamento. E' stata la palla gol viola più importante dei primi quarantacinque minuti e poi di tutta la partita.
L'Inter un po' in bamboloa, ma di suo, con Chivu fuori ruolo perché Mourinho non si è fidato ne di Vieira, entrato solo al 17' del secondo tempo, ne di Dacourt. Maxwell allo splendido rientro, Stankovic che perde uno stupido pallone al 39' con conseguente lunghissima azione viola che finisce con un destro di Osvaldo in curva. Ma la stessa leggerezza commessa da Stankovic si era vista su un disimpegno di Zanetti, evento, e in un paio di dribbling finiti male di Mancini. Eppure all'interno di questo poco idilliaco scenario, l'Inter ha tirato in piedi le conclusioni più pericolose. Roba che ha tolto il fiato alla gente del Franchi. Prima un destro devastante di Mancini, al quinto minuto, che si è schiantato sotto la traversa, è schizzato in campo e ha avuto ancora la forza di andare lontano. Tutto nato da una intuizione di Ibrahimovic e tocco delizioso dentro l'area, sulla sinistra di Frey pietrificato. Sono azioni che non fanno punti in classifica ma mandano in apnea l'avversario per la facilità della costruzione. Poi ancora Ibra servito da Stankovic alla mezz'ora circa, gesto e idea geniali, pallonetto sul secondo palo fuori.
Il possesso palla della Fiorentina è continuato ma il tempo si è spento con Chivu che ha servito bene Obinna in area, giravolta, svenimento, palla persa.
Alla Fiorentina mancano i due che con Frey la tengono appesa a un sogno, il resto, Montolivo, Santana e Kuzmanovic compresi, è ridimensionato dagli interisti o è in serata da dimenticare.
Mourinho a un certo punto capisce che può fare i tre punti e decidere di attaccare. Per farlo ribalta il modulo, toglie Obinna e Mancini, passa dal 4-3-3 al 4-4-2 e chiama Crespo a dare una mano a Ibrahimovic, è il 17'. Dopo due minuti scarsi Crespo è in area, calcia e un fianco di Frey in uscita devia il tiro in angolo, sembra la mossa giusta al momento giusto, pochi minuti dopo è Jovetic, di testa, su azione d'angolo a rimettere le cose al loro posto.

Mourinho con l'impermeabile canna di fucile esce poco dalla sua buca, lo fa a dieci dal termine per mandare dentro Quaresma, non per dire, ma sembra proprio tutti tranne Balotelli. Le ultime emozioni sono di Pasqual che la mette sulla testa di Pazzini in area, palla alta, e poi Jovetic che indovina tutto e poi manda di pochissimo oltre la traversa: Inter salva.

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