L’INTERVISTA 4 SALVATORE BASILE

ForlìI primi frutti si vedono, altri si intravedono. Nel senso che si avviano a maturazione. Parliamo del lavoro che Salvatore Basile, amministratore delegato del gruppo Ferretti, sta portando avanti con determinazione da circa un anno. «Nel luglio 2009 - dice - ero appena arrivato, ma non ancora ufficialmente a bordo… Ci sono salito in tempo per Cannes».
Ingegnere, ancora Cannes, via Montecarlo (tappa importante) con approdo a Genova e quindi ripartenza, giovedì prossimo, per Fort Lauderdale…
«Lei mi sta chiedendo dei numeri che non amo diffondere. Non è un mero gesto scaramantico, mi creda. Ripeto che abbiamo appena chiuso l’anno nautico 2009-2010 con un portafoglio ordini a 270 milioni, in aumento rispetto ai 175 dell’esercizio precedente. Posso anche aggiungere che il volume dei nuovi ordini (nel 2008-2009 era di 330 milioni, ndr) sfiora i 460 milioni».
Certo, ma questi sono dati già noti…
«Guardi, faccio un’eccezione per parlare di Crn, così può farsi un’idea ben precisa: abbiamo 6 lettere di intenti con caparra versata. Ovviamente si tratta di contratti complessi, dalla stesura lunga e laboriosa. Sto parlando di due barche da 60 metri, altre due di 58, una di 66 e una di 50. Questo per noi è molto importante perché il mercato dei megayacht è stato fermo per un paio d’anni. E non solo per noi».
Traduciamo… duecento e più milioni?
«Dico che è andato molto vicino, però dipende da tanti fattori, a cominciare dal tipo di allestimento che ci chiederanno gli armatori, dai dettagli. Ma in questo momento è prematuro parlare di cifre esatte».
Diceva del mercato fermo da due anni.
«Sì, quest’anno per noi è stato molto importante portare il Crn “Azteca 72” a Montecarlo (tra le prime cento barche più grandi del mondo, ndr) e il Crn “Blue Eyes 60” a Genova. Ovviamente sto parlando delle regine dei rispettivi saloni. Soprattutto “Azteca” ci ha catapultati in un altro mondo. Mi spiego: quei 72 metri di scafo (largo 13,5) sono dimensioni da cantieri da Nord Europa per intenderci. Aggiungo poi che nel cantiere di Ancona è in costruzione un 80 metri che sarà varato entro un anno e consegnato all’armatore nella primavera 2012».
Ingegnere, nel bel mezzo del salone di Genova, dove eravate presenti con 25 imbarcazioni rappresentative di tutti i brand, facevate le prove in mare a La Spezia impiegando una flotta di 29 barche. È sembrato un salone parallelo che ha offerto il fianco a qualche critica…
«Sono uomo pacifico, accetto le critiche ma non alimento polemiche. È presto detto: a Genova, è risaputo, i clienti che arrivano da tutto il mondo non possono provare le barche. Easea-Trial è nato per questo: il cliente viene nello stand, guarda i nuovi modelli, scambia due chiacchiere, beve un caffè con noi e, a un’ora d’auto dal Salone, può salire a bordo e provare la barca in mare aperto. È il nostro investimento sul prodotto e sul cliente. Perché non dobbiamo usare al meglio le risorse che abbiamo? A mio avviso è la cosa migliore da fare. Considerati i successi di Easea-show di Cattolica, dove dealer e clienti possono vedere e provare le barche tutto l’anno, e il successivo Easea-Tour, sarebbe stato sciocco da parte nostra non organizzare l’evento a La Spezia dove tutti sanno che c’è un cantiere del gruppo. Non solo, ma giovedì scorso è iniziata la replica, sempre a La Spezia, che si concluderà domani. A questo punto posso solo dire che l’iniziativa ha avuto un grande successo. E alla fine è questo che conta».
Quest’anno avete presentato ben dieci novità mondiali. Avete un portafoglio unico di otto marchi prestigiosi. Qual è la locomotiva e quale l’anello debole?
«Il punto di forza del gruppo e che ogni brand è leader nel proprio settore, o se le piace di più, ogni prodotto caratteristico ha il suo brand. Detto questo non vedo anelli deboli. Certo, stiamo lavorando molto su Bertram. Infatti, per celebrare il 50° anniversario di quest’icona americana, proprio a Fort Lauderdale presenteremo l’ammiraglia “Betram 800” insieme con “540 Sportfish Edition”. Sono barche di riferimento nel settore sportfishing per la pesca d’altura».
Non solo Nord America. Novità dal Brasile?
«Certo, è sono buone novità. L’apertura del nuovo show room ha fatto registrare un grande ritorno d’immagine. E il nostro partner locale inaugurerà il nuovo cantiere entro la fine dell’anno. Uno stabilimento modernissimo di circa 32mila metri quadrati che lavorerà ovviamente sulle nostre licenze. Ci aspettiamo molto da quel mercato».
Il virus della crisi finanziaria sembra debellato, ma continua a portarsi a spasso gli effetti collaterali degli antibiotici.
«Purtroppo è vero. Tuttavia vorrei fare una mia personalissima riflessione sul sistema bancario italiano».
Prego...
«Amo accostare l’economia al corpo umano. Un corpo umano che ha bisogno di ossigeno per respirare. Se ti arriva troppo ossigeno ti gira la testa, insomma fa danni. Ma quando ne arriva troppo poco i danni sono permanenti, talvolta letali. Voglio dire che prima c’erano troppi soldi che facevano girare la testa, oggi ce ne sono troppo pochi...

Non voglio lanciare accuse, ma sono convinto che anche il sistema bancario non è esente da colpe. Penso che, soprattutto in questo momento, se vogliamo far ripartire l’economia di questo benedetto Paese c’è bisogno dell’impegno tutti».

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