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L’INTERVISTA 4CIMMINO (YAMAMAY)

Ha 37 anni, vive a Busto Arsizio, Varese, da amministratore delegato di Yamamay e Carpisa, due brand del gruppo Inticom di Gallarate, guida una squadra di giovani collaboratori - età media 26 anni - è costantemente in viaggio. Si chiama Gianluigi Cimmino e ha pensato, contrariamente a quanto fanno altri colossi legati a team forti e molto ricchi, di sponsorizzare la nazionale sudafricana allenata da Carlos Parreira. Nel frattempo, come marchio licenziatario della Figc per intimo, pigiami e costumi da bagno, ha anche messo a punto una collezione dedicata agli Azzurri e ai suoi tifosi: amor di patria non si discute?
Perchè legarsi alla Nazionale del Sud Africa?
«Per anni siamo stati vicini a sport cosiddetti minori, quelli che per intenderci non vanno avanti senza l'aiuto degli sponsor. E perciò non ci siamo mai legati al calcio che viaggia su esasperazioni di cifre e di toni. Noi, infatti, non ci riconosciamo nel calcio italiano di oggi. Con Aaron Mokoena, capitano della Nazionale del Sud Africa, è scattato un grande feeling».
Come mai?
«Lui e la squadra vivono il calcio con allegria e spensieratezza a prescindere dal risultato, insomma in un clima festoso che ci piacerebbe vedere nel nostro Paese e nei nostri stadi».
E in cosa si è trasformato questo feeling?
«Nella nascita di Bafana Bafana - che significa forza ragazzi - una collezione di intimo e costumi da bagno nei colori giallo e verde tipici della nazionale sudafricana del cui marchio Yamamay è licenziataria per tutto il 2010».
Dove avete scattato la campagna pubblicitaria?
«Su una barca a vela a Cape Town nel corso di una bellissima giornata. Due ragazzi della nazionale che giocano in Inghilterra sono arrivati in aereo, hanno fatto le foto e sono ripartiti senza percepire alcun compenso. Mi sono stupito anche perché sarebbe stato difficile ottenere lo stesso da un giocatore europeo».
Essere dalla parte degli ultimi per essere primi?
«Si può anche non essere sempre i primi: è questo il messaggio che vogliamo dare, sportivo, positivo, di esempio per i giovani. Tutto quello che non c'è nel nostro calcio dove imperversano interessi eccessivi».
Come se ne esce?
«Forse disertando un po' più gli stadi, facendo meno abbonamenti alle pay TV, dando più importanza ad altri sport. Solo così certi ingaggi potrebbero scendere. Noi di Yamamay e Carpisa siamo per la festa, la gioia e una sana sportività. Per questo non prenderei mai come testimonial un calciatore né una squadra di giocatori strapagati».
Quali sono stati i goal più significativi della sua azienda?
«Aver raggiunto risultati eccezionali pur non avendo ancora compiuto i dieci anni di attività. Metto per prima l'apertura dei negozi in città di grande prestigio, da Londra a Milano a Shangai e, la settimana prossima a Barcellona, in una location strategica dove prima c'era Zara. Altri grandi goal sono state le sponsorizzazioni della Coppa America, del basket, del volley e dei campionati mondiali di nuoto di Roma con testimonial come Alessia Filippi e Federica Pellegrini. E poi il raggiungimento di un fatturato di 300 milioni di euro, un risultato eccezionale in un momento come questo».
Avete dato un calcio anche alla crisi?
«Non la sentiamo e anzi dico che ne siamo beneficiati in quanto i nostri prodotti si distinguono per un ottimo rapporto prezzo-qualità. Certo, ci auguriamo, per il bene della gente e delle imprese, che il 2011 sia un anno migliore, ma non ci lamentiamo perché registriamo tassi di crescita sotto tutti i punti di vista».
Lei per chi tifa?
«Per il Sud Africa, naturalmente: mi auguro che i Bafana Bafana arrivino ai quarti di finale e i loro colori diventino sempre più di moda.

In questo caso mi farò il regalo di andare a vedere la partita».
E l'Italia?
«Anche se, da napoletano, ho chiuso con il calcio da quando è andato via Maradona, oggi dico: forza Italia e forza Sud Africa!»

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