Antonio Bonardo, direttore operativo di Gi-Research. Il suo lavoro è trovare lavoro per gli altri.
«E direi che nel settore, da marzo, stiamo assistendo a una lieve ripresa; non si può certo parlare di crescita, ma almeno si è dato un freno al collasso costante degli ultimi mesi».
E come se lo spiega?
«Il rientro al lavoro classico, quello del sette gennaio, è stato in molte realtà posticipato a tempo indefinito».
E perché ora, secondo lei, sta ripartendo?
«Credo ci si sia resi conto di una sostanziale tenuta del sistema italiano, a differenza di altri Paesi; ora alle aziende stanno arrivando di nuovo degli ordinativi, qualche mercato dà segnali di ritrovata vitalità».
Molte persone però hanno perso il posto, o rischiano di perderlo.
«Molte realtà stanno approfittando del momento di crisi per riorganizzare la loro struttura interna».
Ovvero stanno licenziando.
«Sì, alcuni professionisti, anche se non per errori loro, si ritrovano disoccupati; ma le opportunità di riallocarsi sono più alte di quanto si possa credere».
Cioè?
Per ogni persona licenziata cè una mansione che rimane scoperta.
Come deve comportarsi?
«In modo proattivo. Non aspettando di leggere unofferta, ma proponendosi in prima persona agli head hunter».
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