L’INTERVISTA RENZO ARBORE

Con Quelli della Notte e Indietro Tutta Renzo Arbore ha segnato un'epoca: ha preso in giro la tv degli anni '80, facendo satira sociale e lanciato mode, tormentoni, personaggi. Arbore è diventato un simbolo. Di una tv d'autore, non commerciale. Quella che tutti sperano possa tornare. Musica, cinema, moda: gli anni '80 imperversano. Ma la tv manca all'appello...
«Il prototipo degli anni '80, quello che io satireggiavo in Indietro Tutta, è continuato fino ai primi '90: da Drive In a Fantastico, ai quiz stupidi. Poi c'è stata un'evoluzione: oggi persino i quiz sono istruttivi».
Vuole dire che la tv di oggi è migliore?
«La vecchia tv aveva dei problemi, era marmorizzata, il pubblico era a comando. Ma allora non c'era quella che io chiamo la tv del pianerottolo, del gossip scatenato, della rissa verbale. Oggi la tv è “cheap”, meschinetta, ma soprattutto “paracula”. Mi spiace usare questo termine ma dire furba sarebbe troppo poco: l'obiettivo è sempre aumentare gli ascolti. L'Auditel ha rovinato la tv».
Certe sue parodie, come le Ragazze Coccodè, sono diventate realtà...
«La mercificazione delle ragazze è nata negli '80: a Fantastico tenevano la scheda sul “lato B”! Invece a L'Altra Domenica io inventai le ragazze “parlanti”: da Milly Carlucci a Isabella Rossellini a Stella Pende. Erano l'opposto delle vallette mute».
Oggi siamo pronti a tornare al suo modello?
«C'è un target sempre più numeroso che si lamenta di questa tv e si rifugia in programmi meno “trasgressivi” come quello di Fiorello»
E lei non tornerebbe per cambiare le cose?
«Sto aspettando il momento giusto: la tv è sempre più hard ma tornerà il momento della tv d'autore».
Comunque qualcosa dei suoi modelli è tornato: «Scalo 76» ricorda molto «Doc».
«A Doc facevamo musica dal vivo, con tutti i più grandi, da Miles Davis a James Brown e Scalo 76 ha ripreso il format. Sono favorevole a questa tv e ai talent show: una volta si premiavano i non talenti, qui si premia il talento».


Ma perché poi lasciò la tv?
«Quando si raggiunge un successo così grande bisogna cercarsi altre vie, io volevo dedicarmi alla musica».

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