L’irresistibile attrazione per la gaffe

Sorrideva ieri mattina, Romano Prodi. Sorrideva sereno, nonostante fosse al funerale di un amico. È arrivato presto a Pianaccio, perché Enzo Biagi meritava rispetto e attenzione, come gli altri morti e di più, perché è stato un pezzo d’Italia e oltre: «Una voce libera», per dirla con le parole del presidente del Consiglio. E una voce libera che non c’è più, un corpo spento e un’anima che resta non meritano, invece, polemiche.
Prodi ieri mattina l’ha promesso a se stesso e agli italiani. I giornalisti gliel’hanno chiesto: presidente una parola sull’editto bulgaro? E il premier, senza perdere il sorriso, ha chiesto di non alimentare le polemiche, ha fatto capire che in giorni così, di fronte a una bara, di fronte alla morte, la politica può pure aspettare un momento. Deciso e rispettoso, Prodi. Tanto deciso e tanto rispettoso che trenta secondi dopo ha spiegato meglio: «Gli italiani sanno benissimo quali sono gli atti di giustizia e quali quelli di ingiustizia. So che lui (Biagi, ndr) ci ha sofferto moltissimo, e poi basta perché non voglio strumentalizzare».

Certo, perché questa frase non è una strumentalizzazione. E neanche quella sul conflitto d’interesse: «È un rischio che c’è sempre nella democrazia, in Italia forse un po’ di più di quello che ci dovrebbe essere». Senza polemiche, ovviamente.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica