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L’Italia del basket torna prepotente e aspetta la Croazia

Europei: con 20 punti di Calabria gli azzurri stordiscono l’Ucraina e arrivano agli ottavi

L’Italia del basket torna prepotente e aspetta la Croazia

Oscar Eleni

L’Ucraina diventa zucchero filato per la bocca stanca dell’Italia che, però, come temevamo, non riesce a tenersi il secondo posto ed il campo di Vrsac perché i russi la fanno proprio sporca facendosi infilare (51-50) dalla Germania esaltata da Nowitzki, suo l’ultimo tiro da 3 quello dell’unico sorpasso, suoi 25 punti e 19 rimbalzi, negli ultimi secondi. Oggi per Azzurra ci sarà la sveglia all’alba perché l’accesso ai quarti se lo giocherà domani a Podgorica, in Montenegro, a un’ora di volo, con la prospettiva non tanto bella di trovarsi davanti la Croazia che ieri si è tenuta il campo ed il secondo posto liquidando una Turchia piena di problemi.
Per continuare il suo viaggio europeo l’Italia del basket cambia specchio, butta via quello deformante che l’aveva fatta sembrare piccina contro i russi, ne compra uno nuovo al mercato dell’Est e davanti all’Ucraina si sente quasi rivitalizzata, sfiorando quota 100, dando 37 punti alla squadra di Zaschuk che ha lavorato sui nervi scoperti di Azzurra soltanto nel secondo quarto.
Gli orfanelli del sabato sera sono diventati i piccoli principi della domenica, quella dove la paura era di dover fare addirittura le valige, buttati fuori dall’europeo prima di vederlo nascere, ha fatto scegliere a Carlo Recalcati la soluzione di centrocampo senza registi puri, ammesso che i nostri lo siano, affidandosi a Basile, come succedeva alla Fortitudo, e Calabria che è partito scoprendo che il canestro si era finalmente allargato:4 su 4 da 3 punti, anche se poi ha chiuso con un 4 su 9. Niente Pozzecco per tutta la partita, Bulleri utilizzato quando le cose sul campo erano più chiare e tutti mettevano un mattoncino.
Per togliersi la scimmia dalla spalla c’è voluto un po’ di tempo perché neppure un primo quarto dominato (29-18) aveva liberato la mente. Per rimettere in movimento il meccanismo della paura, della figuraccia da non fare c’è voluto un parziale di 0-13 all’inizio del secondo quarto quando l’Ucraina è tornata vicina (32-31), ma l’ex coppia di Treviso, Marconato e Bulleri, ha fermato l’epistassi collettiva e all’inizio del terzo quarto, con un colpo deciso (11-0), abbiamo permesso a tromboni e tromboncini di tirare fuori gli strumenti.
La paura è passata con il tempo anche facendo fatica contro la difesa a zona, l’ansia è svanita quando Alex Righetti ha ritrovato l’armonia per essere utile dappertutto, ma soprattutto al tiro: 6 su 6 da 3 punti. Roba da campane a festa. Ci voleva davvero e in una serata dove Galanda non ha fatto neppure un punto in 14 minuti, in una partita dove Basile ha potuto soltanto amministrare (6 punti) abbiamo visto rifiorire il santo basilico di Recalcati, foglie che prendevano colore e che finalmente tornavano a profumare. Ritrovare l’anima di Bulleri, scoprire che Chiacig e Marconato possono ancora servire la causa, anche se ieri non avevano davvero contro alcun centro di sostanza e con il giovane Lishchuk qualcosa hanno patito, ha dato sollievo a chi considera le trappole di un torneo europeo terribili soprattutto nella prima fase come hanno dimostrato un po’ tutte le squadre partite come favorite. Formula senza troppa giustizia, con spazi aperti per i piccoli e grandi dispetti.

L’importante era rimanere in gioco.

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