da Milano
LItalia snodo europeo del gas? È possibile, già dal 2015: entro quella data, infatti, saranno realizzate non solo le nuove infrastrutture per il trasporto del metano, ma anche i nuovi rigassificatori che oggi sono in attesa del via libera. Secondo Carlo Malacarne, ad di Snam Rete Gas, i dati della trimestrale pubblicata ieri che vede lutile netto in crescita del 12,7%, ma soprattutto un balzo del 7,3% dei volumi di gas trasportato e di ben il 133% degli investimenti che hanno raggiunto i 217 milioni al 31 marzo, sono un chiaro segnale in questa direzione. «Laumento del gas trasportato è significativo perché vuol dire che la domanda sta crescendo fortemente - afferma - e questo è stato possibile perché abbiamo investito molto negli anni scorsi, ma spenderemo ancora di più nei prossimi: solo nel 2008 arriveremo a un miliardo di euro. A spingere la domanda sono soprattutto i consumi delle centrali elettriche: noi prevediamo che a livello globale la domanda italiana di gas cresca del 2% annuo fino al 2020. Oggi si consumano circa 86 miliardi di metri cubi lanno, nel 2020 saranno 114. Non solo: oggi importiamo l85% del gas consumato, nel 2020 arriveremo al 95 per cento».
Però già questanno il rischio di una carenza di forniture è stato scongiurato...
«Oggi siamo collegati con lAlgeria che ci dà 25 miliardi di metri cubi lanno, con la Libia (10 miliardi), la Russia (25 miliardi), mentre il Nord Europa (Olanda e Mare del Nord) ci fornisce 15 miliardi e infine dal rigassificatore di Panigaglia (vicino a La Spezia) arrivano altri 3,5 miliardi di metri cubi: questo ci basta appena per le necessità attuali, per il futuro ci vorranno nuovi rigassificatori».
Ci saranno anche due nuovi metanodotti...
«Igi, con la Grecia, e Galsi, con lAlgeria, sono ancora in fase di progetto. Siamo direttamente coinvolti nel Galsi, che porterà 8 miliardi di metri cubi lanno, di cui realizzeremo il tratto italiano: entro fine anno si deciderà. Le due opere potrebbero essere completate entro il 2013. Entro il 2009 aumenteremo, invece, la capacità di trasporto dallAlgeria e dalla Russia per sette miliardi di metri cubi complessivi».
Punto dolente: i rigassificatori...
«Noi abbiamo un piano di investimenti da 4,3 miliardi entro il 2011 per incrementare limportazione del 35% al 2015. Entro il 2012-13 è prevista la costruzione di due nuovi impianti al Sud: Porto Empedocle, da 8 miliardi di metri cubi lanno, è già in fase avanzata per le autorizzazioni. Poi cè Livorno, da 4 miliardi circa, che va verso il via libera. Senza contare i progetti di Gioia Tauro, Taranto e Trieste. Iride-Sorgenia, Gas Natural ed E.On sono fortemente interessati alla loro realizzazione. LItalia è comunque in ritardo: la Spagna ne ha costruiti tre in quattro anni, oggi ne ha cinque in tutto. Di positivo cè che in Italia i grandi gruppi sono decisi ad andare avanti».
Lampliamento del vostro, a Panigaglia, sembra incagliato...
«Noi abbiamo presentato a fine 2007 un piano per raddoppiare la capacità senza cambiare limpatto ambientale, interrando i serbatoi: ci attendiamo il via libera entro due-tre anni».
Gli enti locali vi hanno detto no...
«Il no in questi casi è standard perché a Panigaglia non cè lautorizzazione a costruire in riva al mare. Ma credo anche che si possa trovare una soluzione soddisfacente per noi e per gli enti locali nei prossimi due anni».
Ammettiamo: si fanno i rigassificatori. Cè chi dice che ci sarà troppo gas...
«LItalia è inserita in unEuropa che vedrà crescere il suo fabbisogno di 250 miliardi al 2020: dobbiamo trovare regole comuni per la gestione della rete europea. Importiamo dallOlanda 15 miliardi di metri cubi lanno: domani potrebbero consumarli a Nord delle Alpi, oggi è impossibile perché mancherebbero a noi.
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