Politica

«L’Italia sbaglia politica?» «No» Ma «l’Unità» rovescia la realtà

RomaEddai dillo! No. Ma sì, dillo! No. Su, dai, dillo! No. Visto? L’ha detto. Quasi comica l’Unità di ieri che, nell’ansia di trovare qualcuno che sputasse sul governo Berlusconi, nella titolazione ha stravolto completamente il pensiero dell’intervistato. Lo spunto è la critica del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, lo svedese Thomas Hammarberg: uno che detesta il Cavaliere e appena può picchia su Roma peggio di un fabbro. Il Di Pietro di Strasburgo spara a zero sul respingimento italiano dei clandestini? All’Unità si esulta: bella questa, merita la prima pagina. Titolo di apertura del quotidiano: la condanna. Con tanto di stivale e filo spinato, manco fossimo diventati una succursale di Auschwitz. All’interno del giornale: «Il Consiglio d’Europa: l’Italia fermi le deportazioni». Deportazioni (?!) Certo però, il Consiglio d’Europa non è la Commissione europea: è un organismo un po’ sfigato il cui fumoso scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo, l’identità culturale europea. Ma la critica c’è eccome e quindi chissenefrega se la Ue non condivide affatto le tirate d’orecchie del Moni Ovadia svedese e spallucce se - come è accaduto ieri - il Consiglio d’Europa smentisce in fretta e furia il suo uomo («Le dichiarazioni di Hammarberg sono state espresse a titolo personale», sono immediatamente corsi ai ripari a Strasburgo, ndr).
Come dar maggior peso alle sparate del commissario? Perché non fare una bella intervista al finlandese Ilkka Laitinen, direttore di Frontex, agenzia europea per il pattugliamento delle frontiere esterne? Basta fargli dire che non condivide la nostra politica in materia di immigrazione, checcevò? Eh... Semplice come far inghiottire una zolletta di zucchero a un diabetico. Si parte soft: «Qual è il vostro giudizio sulla nuova politica italiana in materia di immigrazione?». «Frontex non commenta la politica dell’Unione europea o degli Stati membri». Azz... Si torna alla carica: «La prassi inaugurata dall’Italia è legittima?». «È una situazione che si verifica di frequente nelle attività di pattugliamento». Aridaie. La si piglia alla larga: «Jacques Barrot (commissario Ue alla Giustizia, ndr) non ha commentato l’aspetto dei respingimenti...». «Stiamo aspettando... Attendiamo con curiosità». Macché, altro buco nell’acqua. Vabbè, si va giù duro: «Il Consiglio d’Europa ha bocciato la svolta Maroni. È significativo?». Eddai... Dì di sì! Dillo! «Ripeto: parliamo di una situazione tipica nelle attività operative alle frontiere esterne». Mannaggia la Finlandia! Almeno una critichina, dai! E sbilanciati un po’! «Va in scena l’ennesimo braccio di ferro tra Roma e La Valletta sullo sbarco dei naufraghi. Chi ha ragione?». «Cerchiamo di essere molto cauti sui risvolti politici...». Niente. Gnucco questo Ilkka, eh.. Ma questo, che c’ha pure il nome che assomiglia a una tavoletta di cioccolato lo capisce che noi siamo l’Unità o no? E dacci il titolo no? E dì che ha ragione Hammarberg, che ti costa? Almeno un po’, suvvia! Ultimo tentativo... Vediamo... Facciamo un’ipotesi, prendiamola alla larghissima, tipo mettiamo che... «Se la Ue si pronunciasse contro i respingimenti, Frontex potrebbe sanzionare l’Italia? Ridurre o cancellare i finanziamenti». Eddai dì di sì! Ti prego, dì di sì! «È una speculazione remota che non commento...». Clic.
E adesso? Che si fa? In Finlandia è pieno di linci e lupi ma questo Laitinen somiglia più a una trota lessa. Oddio e il titolo? Una micro censura, un biasimino piccolo piccolo, un velato dissenso poteva pure farlo trasparire no? Vabbè. Dunque, vediamo... Nella titolazione potremmo sintetizzare il tutto così: «Il direttore di Frontex, l’agenzia europea che vigila alle frontiere Ue non condivide la posizione italiana nel braccio di ferro con Malta». Ecco fatto.

Perfetto.

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