L’odio sfila in corteo: fischi e insulti per zittire Formigoni

Una pioggia di fischi e insulti sul 25 Aprile milanese. Lo avevano minacciato i centri sociali, lo ha fatto tutta la sinistra (o quasi). Il discorso del presidente della Regione Roberto Formigoni è stato sopraffatto da una valanga di offese e cori ostili. Dall’inizio alla fine. A prescindere dalle parole, che quasi nessuno è riuscito a percepire.
Al corteo hanno partecipato circa 25mila persone. In piazza Duomo non era solo una minoranza a contestare. E il discorso del governatore era nello stesso tempo rispettoso e coraggioso: «Gli italiani hanno imparato a combattere tutti i totalitarismi, quello nazista e fascista così come quello comunista e stalinista», uno dei passaggi più fischiati. Come la conclusione, un rituale: «Viva il 25 Aprile, viva la Libertà, viva l’Italia». Fischi anche per l’assessore Giovanni Terzi, che rappresentava il Comune.

«È stato un fatto di inciviltà della sinistra - ha commentato Formigoni in serata - non ho mai avuto paura di nessuno e di nulla sono contento di aver portato un contributo di chiarezza e pluralismo al 25 Aprile». Sul palco il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e quello del Pd, Dario Franceschini.

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