Prodi lho sentito a Radio Radicale e poi ho letto un giornale che riferiva che il discorso era stato addirittura provato in anteprima in un garage per verificarne gli effetti sonori.In quel momento ho pensato che ci fosse anche laggravante della premeditazione, aggravante pesante per un discorso piatto e recitato con il caratteristico tono salmodiante, residuo di non dimenticate esperienze parrocchiali.
Ci voleva una bella dose dautocombustione per riscaldare i tifosi unionisti di bocca buona e di cuore doro di fronte a tale oratoria.
Prodi, nella sua omelia, ha però avuto laccortezza di non dire nulla impiegando parecchio tempo.
Se si escludono gli insulti reiterati e specifici al Governo, non cè stato il barlume di unindicazione concreta, di una seria analisi e di unaccettabile prospettiva, sicché «lesercito di Prodi» avrà un generale con il beneficio dinventario, rappresentato dalle primarie delle quali non si sa quale sia lapprodo.
Insomma, il progetto dellUnione è di la da venire e la pletora di capi e sub capi partito assiepati sul palco costituisce la riprova che lUnione è fatta di disuniti in bella mostra e che tutte si regge sullantiberlusconismo.
Non resta che augurarsi, come ha fatto Silvio, lunga vita a Romano, rafforzando la mia convinzione che è uno slogan: «Finché cè Prodi cè speranza!».