L’opposizione al bilancio la fanno solo gli studenti

(...) Burlando no». Oppure, «perchè hanno invitato Claudio e me no?», in una corsa al burlandocentrismo dove il Gommaflex di piazza De Ferrari ha ovviamente la meglio, essendo l’interprete autentico del burlandismo e del fregolismo politico. Insomma, scendendo sul terreno dell’avversario, Biasotti ha solo da perdere. E dovrà evitarlo sempre più.
Ma, per l’appunto, a parte piccoli particolari, la barba è tornata. Ad esempio, la proposta della stretta di mano in prefettura per svelenire il clima della campagna elettorale - prontamente raccolta da Burlando - è stato finora l’atto più alto e positivo della stessa campagna.
E anche in televisione, Sandro si sta sciogliendo rispetto al finto Biasotti fin troppo algido e poco pirotecnico che si era impossessato della barba. Lo posso testimoniare direttamente: l’altro giorno, ospiti di Paolo Lingua a Telenord, in compagnia di Gigi Leone del Secolo XIX, l’abbiamo sottoposto a un fuoco di fila di domande vere e lui ne è uscito con risposte vere. Chapeau. Idem i dodici minuti da Franca Brignola, dove Sandro e Franca sembravano due compagni ritrovati. Belle trasmissioni, davvero.
Un Biasotti de-biasottizzato, lo dice la parola stessa, non poteva funzionare. Biasotti è l’uomo della rivoluzione benefica per la Liguria: depotenziarlo è negare la sua stessa forza eversiva di scardinatore della peggiore conservazione.
Confesso: sono un piccolo scommettitore, di quelli della Snai o della Better, che ogni tanto gioca due euro sulla Roma. Ma se qualcuno, anche solo tre mesi fa, mi avesse offerto una quota, pure favorevolissima, su Biasotti, non avrei accettato la scommessa. Si trattava di quelle giocate suicide che non sembrano destinate a portare nulla. Invece, oggi, l’aria è cambiata e il nuovo Biasotti è favorito per la vittoria e per ridiventare presidente della Regione. Anzi, il fatto che - a sinistra e nei media tutti dicano e scrivano il contrario - è il miglior segno per lui.
Ora, serve l’ultimo sforzo: quello sulle liste elettorali. Servono candidati freschi, capaci, combattivi, che remano per il presidente oltre che per se stessi. E, soprattutto, occorre lavorare per tenere ai margini i riciclati di ogni riciclaggio, i personaggi impresentabili che bussano ad ogni porta dicendo che portano in dote decine di migliaia di voti, ma che non hanno nemmeno i propri. Certamente, non quelli di chi li conosce. E occorre tenere lontani i ricattatori, quelli che si dicono indispensabili per la vittoria, i parassiti di ogni parassitismo che sbucano sempre fuori in occasione delle elezioni, per i quali destra e sinistra sono franza o spagna purchè se magna. E, a volte, finiscono pure nelle liste. Se li conosci, li eviti.

Se li conosci e non li eviti, allora è giusto che tu perda.
Ecco, il Biasotti-vero che ha sostituito il gemello usurpatore, credo abbia capito benissimo anche questo.
Una Liguria diversa è possibile. E ora non è più solo uno slogan.

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