Massimo Malpica
La brutta storia dellarresto del colonnello dei carabinieri di Campobasso, Maurizio Coppola, è malagiustizia allo stato puro. Grida vendetta. E ogni volta regala agghiaccianti retroscena processuali sui quali il ministro della Giustizia, chissà perché, continua a non intervenire nonostante le interpellanze parlamentari e le ripetute sentenze demolitorie dellindagine «Black Hole».
Lultima chicca sullufficiale sbattuto tre mesi in galera perché appartenente a unassociazione per delinquere composta da criminali che il colonnello (è stato provato) non ha mai conosciuto né frequentato, arriva dalla difesa dellufficiale a poche ore dalla decisione del Tribunale del riesame che prende atto della sentenza della Cassazione e annulla definitivamente lordinanza darresto. Gli avvocati di Coppola hanno scoperto che sei pagine del provvedimento cautelare sconfessato dalla Suprema Corte erano state estrapolate da internet.
Un curioso «copia e incolla», che se non implica alcun rilievo penale, solleva perplessità sul piano sostanziale. Il sito saccheggiato dalla procura di Larino per motivare la giurisprudenza di legittimità sul reato di concorso esterno nel reato associativo è www.altalex.com. E le pagine dellordinanza darresto, da 335 a 340, sono ricopiate integralmente prima delle conclusioni.
Al di là del curioso «plagio», è proprio il silenzio del ministro Clemente Mastella a indispettire il gruppo di parlamentari della Cdl che fin dal primo momento ha cercato di tenere alta lattenzione su una vicenda grottesca che ha tolto la libertà a un servitore dello Stato. «Si è trattato di un sequestro di persona - sospira il deputato Udc Carlo Giovanardi - e ho usato la stessa espressione anche in Aula, chiedendo al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, di sollecitare il governo a riferire». Già, perché non sono servite le interrogazioni e le interpellanze con le quali Giovanardi, con altri «colleghi», tra cui lazzurro Giuseppe Cossiga e Filippo Ascierto di An, hanno invano chiesto un intervento al Guardasigilli. «Una cosa inspiegabile», prosegue Giovanardi. «Abbiamo sollevato la questione quando il colonnello Coppola era ancora in carcere, visto che è parso chiaro da subito che le motivazioni degli arresti erano inconsistenti. Ma nonostante conferenze stampa, visite in carcere, e anche di fronte a qualsiasi atto di sindacato ispettivo, il ministero di via Arenula è stato del tutto latitante. Eppure mi sembra che Mastella non si tiri indietro in tv e sui giornali quando si tratta di commentare vicende come quella di De Magistris o dellautorizzazione per le intercettazioni di Fassino e DAlema. Ma qui parliamo di un irreprensibile ufficiale dellArma sbattuto in carcere, e in un Paese democratico la privazione della libertà personale non dovrebbe mai passare in secondo piano».
Ma Giovanardi è turbato anche da uno Stato di diritto che sembra muoversi a due velocità, con «le stesse forze politiche che assumono nello stesso momento atteggiamenti diversi a seconda delle convenienze». Un esempio? «Tre ministri di questo governo hanno sentito il bisogno di stigmatizzare i carabinieri che avevano multato i due omosessuali per il bacio gay del Colosseo. Mi stupisce che nessuno nellesecutivo abbia detto una sola parola per i mesi di carcerazione, per motivi considerati risibili da Cassazione e Riesame, che Coppola ha dovuto affrontare. Ma non mi sfugge che il procuratore capo di Larino, Nicola Magrone, è stato un mio collega, deputato nel gruppo dei Ds. E che il segretario della Quercia a Campobasso ha scritto a Bertinotti per lamentarsi della conferenza stampa da noi organizzata in Molise».
Lultima mossa di Giovanardi è una lettera, firmata anche da altri 50 parlamentari, spedita al Capo dello Stato in qualità di presidente del Csm.
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