da Roma
La Casa delle libertà fa la prima mossa, trovando laccordo sulla legge elettorale, durante il vertice di Arcore. E lUnione replica chiudendo, ieri, su una bozza non troppo dissimile che prevede il proporzionale, una soglia di sbarramento e un premio di maggioranza. La grande trattativa, insomma, inizia a decollare. Con lUdc che, per il momento, tiene il punto ma sente che la morsa si sta chiudendo e che il rischio di restare ai margini si fa sempre più concreto.
La posizione dei centristi, al momento, resta ferma sul modello tedesco, ovvero proporzionale puro con sbarramento al 5%. Ma il messaggio che filtra da via Due Macelli è che, archiviato lo spettro del referendum, sarà possibile sedersi al tavolo e ragionare su opzioni alternative. «Della proposta è apprezzabile, nelle anticipazioni, sia la volontà di evitare il referendum, sia quella di dar vita a una riforma elettorale che porti a coalizioni meno disomogenee e consenta di superare la crisi in cui versa lattuale bipolarismo», dice il segretario dellUdc, Lorenzo Cesa. Rivendica la preferenza del partito per il sistema tedesco il portavoce, Michele Vietti. «Penso che sarebbe più semplice fare riferimento a modelli esistenti e già sperimentati in altri Paesi. Per questo siamo favorevoli al modello tedesco, che garantisce pluralismo e governabilità».
Se le preoccupazioni sul fronte della legge elettorale crescono, lUdc accoglie con alterne emozioni il sondaggio realizzato da Ipr per Repubblica.it secondo il quale la Cdl risulta in vantaggio di 5 punti nelle intenzioni di voto sullUnione. Senza lUdc, la Cdl raccoglie il 48% contro il 43% del centrosinistra. Il Centro, rappresentato nel sondaggio da Udc (5,5%) e Italia di mezzo (1,5%) raccoglierebbe il 7%. Forza Italia sarebbe due punti sopra il Partito democratico (27% contro 25%). Una sequenza di numeri e percentuali confortante sul fronte della tenuta elettorale del partito di Pier Ferdinando Casini. Ma pericolosa in prospettiva, visto che il contributo dellUdc rischia di non risultare determinante per il successo della Cdl.
Sullo sfondo il centrodestra continua a lavorare per sciogliere uno dei nodi più urgenti: la scelta del candidato sindaco di Verona. Il braccio di ferro è soprattutto fra lUdc e il resto della Cdl sul nome del centrista Alfredo Meocci, mentre Lega e An preferirebbero puntare su Flavio Tosi. Sullasse Roma-Verona si stanno intrecciando in queste ore le trattative alla ricerca di un accordo che solo nel caso del doppio ritiro di Meocci e Tosi potrebbe portare a una candidatura condivisa (il più accreditato sarebbe il presidente della Fiera di Verona, Luigi Castelletti).
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