Economia

L’Ue rifà i conti: Eurolandia crescerà meno

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da Milano

Quest’anno la locomotiva dell’economia europea potrebbe correre meno del previsto. A spegnere gli entusiasmi, a dispetto delle stesse stime della Bce, è stato ieri il presidente di Eurogruppo, Jean-Claude Junker, secondo cui a conti fatti nel 2008 la crescita nell’area euro potrebbe fermarsi all’1,8-1,9 per cento.
«Non sappiamo quale sarà l’impatto generale di ciò che stiamo vedendo» in questi mesi, ha ammesso Junker facendo riferimento alle crisi finanziarie innescate dai mutui subprime e all’elevato prezzo del petrolio. «Ma non ho l’impressione - ha proseguito - che ci sia stato un enorme impatto finora. Non sono sicuro che lo possiamo escludere però per i mesi futuri». Per questo motivo, ha concluso l’uomo politico che si è meritato l’appellativo di «Mister euro», «la Commissione sta considerando che potremo avere una crescita nel 2008 dell’1,8-1,9%, contro le attuali previsioni di una crescita del 2,2%, comunque già riviste al ribasso dal precedente +2,6 per cento». Note distanti rispetto a quelle della Bce, dove il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet non perde occasione per ribadire che il Vecchio Continente crescerà secondo le proprie potenzialità. Ieri il banchiere, pur mettendo in guardia Roma dalle insidie dell’inflazione, ha apprezzato il miglioramento dei conti pubblici italiani.
Simile il giudizio del commissario per gli Affari economici, Joaquin Almunia, che si è tuttavia soffermato con preoccupazione sullo strapotere dell’euro, giunto «ai limiti storici» sottolineando l’esigenza di «discutere con i nostri partner su strategie di cooperazione per evitare una eccessiva volatilità» della divisa europea. «Finora siamo stati in grado di assorbire l’apprezzamento dell’euro e di riceverne qualche effetto positivo» ma ulteriori rialzi potrebbero essere più difficilmente gestibili, ha proseguito Almunia, più positivo sull’inflazione: viviamo «una situazione di sofferenza per l’aumento dei prezzi del petrolio e degli alimentari.

Speriamo che nel 2008 questi choc esterni si riducano e che l’inflazione a fine anno torni a livelli normali».

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