LUe rifà i conti: Eurolandia crescerà meno
13 Gennaio 2008 - 03:01Cremaschi attacca Prodi: «Scelta infausta collegare sgravi e produttività»
da Milano
Questanno la locomotiva delleconomia europea potrebbe correre meno del previsto. A spegnere gli entusiasmi, a dispetto delle stesse stime della Bce, è stato ieri il presidente di Eurogruppo, Jean-Claude Junker, secondo cui a conti fatti nel 2008 la crescita nellarea euro potrebbe fermarsi all1,8-1,9 per cento.
«Non sappiamo quale sarà limpatto generale di ciò che stiamo vedendo» in questi mesi, ha ammesso Junker facendo riferimento alle crisi finanziarie innescate dai mutui subprime e allelevato prezzo del petrolio. «Ma non ho limpressione - ha proseguito - che ci sia stato un enorme impatto finora. Non sono sicuro che lo possiamo escludere però per i mesi futuri». Per questo motivo, ha concluso luomo politico che si è meritato lappellativo di «Mister euro», «la Commissione sta considerando che potremo avere una crescita nel 2008 dell1,8-1,9%, contro le attuali previsioni di una crescita del 2,2%, comunque già riviste al ribasso dal precedente +2,6 per cento». Note distanti rispetto a quelle della Bce, dove il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet non perde occasione per ribadire che il Vecchio Continente crescerà secondo le proprie potenzialità. Ieri il banchiere, pur mettendo in guardia Roma dalle insidie dellinflazione, ha apprezzato il miglioramento dei conti pubblici italiani.
Simile il giudizio del commissario per gli Affari economici, Joaquin Almunia, che si è tuttavia soffermato con preoccupazione sullo strapotere delleuro, giunto «ai limiti storici» sottolineando lesigenza di «discutere con i nostri partner su strategie di cooperazione per evitare una eccessiva volatilità» della divisa europea. «Finora siamo stati in grado di assorbire lapprezzamento delleuro e di riceverne qualche effetto positivo» ma ulteriori rialzi potrebbero essere più difficilmente gestibili, ha proseguito Almunia, più positivo sullinflazione: viviamo «una situazione di sofferenza per laumento dei prezzi del petrolio e degli alimentari.