Luca Telese
da Roma
Una scena plastica apriva la puntata di Matrix di lunedì sera sulla Tav. Enrico Mentana chiedeva lumi alternativamente al suo omonimo Enrico Letta (della Margherita, favorevolissimo alla costruzione delle gallerie per lAlta velocità) e a Franco Giordano (di Rifondazione, radicalmente contrario). Da giorni assistiamo a uno spettacolo che si ripete sempre uguale, e viene il dubbio che lUnione lo faccia apposta: avere almeno due posizioni su ogni problema e declinare le proprie differenze nella maniera più conflittuale e inconciliabile possibile, condendo il tutto con minacce di espulsione (attuate, e poi revocate). Negli ultimi giorni cè un intasamento di provvedimenti: Rifondazione contro Cofferati a Bologna sulla legalità («Chi non vota il mio Odg - ha minacciato il Cinese - è fuori»). Poi una piccola faida dentro il Pdci contro il consigliere regionale del Lazio Alessio DAmato («Se va alla manifestazione per Israele è fuori dalla direzione»). Poi lespulsione di Leoluca Orlando dalla Margherita: «Non puoi sostenere la Borsellino». Poi tra i Verdi e Cofferati: «Se riapre il varco Sirio - diceva Pecoraro Scanio - gli togliamo il sostegno». Detto fatto: ora i Verdi sono fuori dalla giunta (ma un loro assessore, splendida contorsione, resta dentro).
E dunque lunedì sera erano spettacolari le risposte alle domande incrociate di Mentana: «Scusi Letta, questo progetto sarà nel programma dellUnione?». E lui: «Certo, cè già». Mentre Giordano: «No, non ci sarà. Rifondazione lealmente ha dichiarato la sua contrarietà da sempre». Adesso. La storia della sinistra, grande e tragica, ha ovviamente conosciuto le espulsioni, anche le più clamorose e drammatiche: Elio Vittorini fu buttato fuori dal Pci e irriso, «Vittorini se nè gghiuto e soli ci ha lasciato», scrisse beffardo Togliatti. Ma oggi, di fronte al tira e molla dellUnione, e alle dimissioni tassativamente irrevocabili (anzi no), si rimpiange la tempra del «Migliore», che paragonò Vittorini a un pidocchio, ma poi non pretese di riammetterlo nel comitato centrale del partito dicendo: «Mi sono sbagliato». Ed è vero che un altro espulso eccellentissimo, Umberto Terracini, pagò con lestromissione il suo coraggioso rifiuto del patto Molotov-Ribbentrop e poi fu riammesso: ma uscì nel 1939, e firmò la Costituzione italiana nel 1946. Non fu recuperato nello spazio di unagenzia di stampa. Luigi Pintor e il manifesto furono «radiati» nel 1969 e non rientrarono, Pintor fu rieletto da indipendente nel 1987, perché un tempo le fratture a sinistra erano cosa serissima, e anche se si ricuciva non si dimenticava. Oggi guardi le baruffe dellUlivo, la loro drammaticità «a tempo determinato», e rimpiangi la maestosa teatralità degli ostracismi, e delle scissioni «vere»: Nilde Iotti, cugina di Valdo Magnani (altro espulso dal Pci) si rifiutò di andare al funerale: terribile, ma almeno non ipocrita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.