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L’ultima follia Alitalia Precari in autostrada e passeggeri a piedi

RomaScene di ordinaria follia, ieri mattina, sull’autostrada Roma-Fiumicino, bloccata per ore da una protesta di oltre duecento precari e cassintegrati dell’Alitalia: una colonna interminabile di auto e pullman ai quali viene impedito di raggiungere i terminal, passeggeri inferociti che, dopo aver perso il volo, sfogano la propria rabbia contro gli occupanti, altri che scendono dai taxi per raggiungere le aerostazioni a piedi. Un chilometro di strada, valigie alla mano, pur di arrivare in tempo. Poi, grazie alla mediazione del direttore dello scalo, Vitaliano Turrà, ecco aprirsi un varco. I veicoli rimasti bloccati possono riaccendere i motori. L’intervento della polizia, poco più tardi, farà tornare alla normalità.
Tutto per colpa dei ritardi, già denunciati nelle scorse settimane, nell’invio all’Inps delle liste dei lavoratori in cassa integrazione. Ritardi che hanno fatto rimanere molti dipendenti senza uno straccio di trattamento economico. Prima di bloccare l’autostrada, i lavoratori Alitalia avevano occupato per circa due ore gli uffici amministrativi della compagnia, presso l’aeroporto di Fiumicino.
Volevano risposte certe, non le hanno ottenute e hanno alzato il tiro della protesta bloccando l’ultima parte di autostrada, naturalmente in direzione dello scalo. Precari e cassintegrati si sono seduti per terra impedendo l’accesso a chiunque. Immediatamente sulla strada si è creato un tappo di auto e pullman, incolonnati per chilometri. Moltissimi i viaggiatori rimasti imbottigliati. Qualcuno di loro ha perso il volo, altri se la sono cavata percorrendo a piedi la distanza che li separava dall’aeroporto e grazie alle partenze ritardate disposte, anche da altre compagnie, per attendere l’arrivo dei passeggeri. Per ridurre i disagi l’Alitalia ha messo a disposizione delle auto e dei van che hanno fatto la spola tra la parte finale della Roma-Fiumicino e l’aeroporto. Nonostante i disagi, più di un passeggero si è mostrato solidale con i lavoratori: «È una vergogna - è il commento di uno di loro -, credo che certi fatti avvengano solo in Italia: e comunque, anche se oggi ho perso il mio volo, questi manifestanti hanno tutta la mia solidarietà».
I meno pazienti, invece, non sono riusciti a trattenere la rabbia per le conseguenze della manifestazione. Parole forti tra i passeggeri spazientiti dal disagio e i cassintegrati sono volate quando è stato deciso di aprire un varco esterno per far defluire i veicoli intrappolati. La decisione di liberare un varco parziale (un presidio è comunque rimasto, ndr) è arrivata al termine di una votazione ad alzata di mano tra i circa duecento occupanti dopo che era intervenuto, per una mediazione, il direttore dell’aeroporto. «Vogliamo che dall’Alitalia si presenti qualcuno e mantengano le promesse fatte», hanno detto i lavoratori a Turrà. Alle 14,05 l’intervento della Celere, in assetto. Qualche spintone tra i poliziotti e i manifestanti, poi il blocco è stato sciolto. Ma la protesta si è soltanto spostata, questa volta all’interno dell’aerostazione dei voli nazionali, al Terminal A, dove i lavoratori sono arrivati tenendo le mani alzate e scandendo slogan del tipo «Vergogna, vergogna». All’interno del Terminal, controllati a vista da polizia e carabinieri, hanno srotolato uno striscione con la scritta «Comitato cassaintegrati e precari».
In serata, in una nota, il ministero del Lavoro e l’Inps, hanno comunicato di «aver dato corso con la massima tempestività e sollecitudine a tutte le procedure necessarie di rispettiva competenza per la definizione e l’erogazione dei trattamenti di sostegno al reddito, condizionati, peraltro, dal ritardo nella trasmissione degli elenchi dei lavoratori interessati».

Elenchi trasmessi dall’Alitalia «solo in data 10 febbraio, e dunque appena due giorni fa».

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